Coldiretti Puglia: sequestrato un milione di euro di pomodoro egiziani contaminati

Quasi un milione di euro di pomodoro concentrato contaminato è stato intercettato dai Carabinieri: proveniva dall’Egitto e, secondo le indagini, era pieno di pesticidi. Commenta l’episodio Coldiretti Puglia dopo l’episodio che ha visto impegnato il Reparto Tutela Agroalimentare dei Carabinieri di Salerno. L’operazione Scarlatto ha portato al sequestro di 821 mila chili di semilavorato di pomodoro non conforme alle prescrizioni. Il prodotto era conservato in fusti da 250 chili, in attesa di venire lavorato e confezionato poi in barattoli e tubetti per finire sugli scaffali dei negozi e dei supermercati come doppio o triplo concentrato di pomodoro.

Poche settimana fa c’era stato il sequestro di migliaia di tonnellate di concentrato di pomodoro straniero, inserito nel ciclo produttivo come pomodoro 100 per cento toscano. Due episodi allarmanti, che confermano l’aumento dell’import in Italia di derivati di pomodoro del 23 per cento nel primo bimestre del 2021, in particolare dalla Cina, ma che dall’Egitto sono raddoppiati rispetto allo scorso anno (+83 per cento).

Per distinguere il pomodoro Made in Italy a Foggia si è costituito il Comitato promotore della Dop ‘Pomodoro di Puglia’, per chiedere alla Ue la registrazione e tutelare così la produzione e la trasformazione del pomodoro allungato pugliese e per perfezionare l’opposizione al Mipaaf avverso il disciplinare di produzione pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 marzo per il riconoscimento della Igp ‘Pomodoro Pelato di Napoli’. La Puglia è infatti la regione che nel Sud detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro, fa sapere Coldiretti Foggia su studio dell’Università dauna, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotto in Puglia, mentre in Campania siamo a 2.490.080 quintali su superficie di 3.976 ettari.

La provincia di Foggia è leader nazionale con una superficie media annua di 15 mila ettari e una produzione intorno ai 14.250.000 quintali.

“E’ a tutti nota la posizione di Coldiretti sull’importanza dell’origine del prodotto agricolo alla base dei cibi trasformati che arrivano sulle tavole dei consumatori, per cui numerose sono state le battaglie per arrivare all’etichettatura certa dell’origine dei prodotti agroalimentari. Per i prodotti DOP è previsto che tutto il processo produttivo avvenga nell’area delimitata dal disciplinare di produzione, trasformazione e confezionamento inclusi”, afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

L’operazione dei Carabinieri di Salerno è stata presentata il giorno dopo la Giornata mondiale Onu sulla salubrità alimentare, promossa da Fao e Oms. L’Italia è tra i Paesi più sicuri al mondo, secondo Coldiretti. Su 297 allarmi alimentari nel 2020, sulla base del sistema di allerta Rapido (Rassf), appena 51 (il 17%) ha riguardato prodotti con origine nazionale, 146 provenivano da altri Stati dell’Ue (49 per cento) e 100 da Paesi extracomunitari (34 per cento).

“In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero. Un risultato ottenuto anche grazie alla battaglia per la trasparenza della Coldiretti che ha portato tra l’altro all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro, arrivata grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano però la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare, considerato che l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali – conclude Coldiretti Puglia – rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.

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