Coldiretti Puglia: un chilo di ciliegie costa meno di un caffè

Vola l’inflazione. Nei campi, un chilo di ciliegie costa meno di un caffè, tanto che gli agricoltori preferiscono regalarle invece di raccoglierle. La denuncia è di Coldiretti Puglia, che parla delle gravi speculazioni in atto, con prezzi da fame, al di sotto dei costi di produzione.

“Sta crescendo la rabbia nei campi per un prodotto di stagione che piace tanto ai consumatori, ma subisce le speculazioni della lunga filiera della vendita e gli effetti delle importazioni selvagge da Spagna, Grecia e fra qualche giorno anche dalla Turchia. E’ impensabile che dopo un anno di lavoro per raccogliere un prodotto di qualità, gli agricoltori siano costretti a lasciare le ciliegie sugli alberi perché non conviene venderle”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Si attende che il Parlamento approvi in via definita la Legge di Delegazione europea contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nelle filiere agricole a alimentari. Coldiretti preme perché ciò avvenga al più presto, in modo da evitare il ricorso costante alle offerte promozionali di una parte della Gdo, offerte che si scaricano sulle imprese di promozione, già obbligate a subire l’aumento dei costi a causa delle condizioni di mercato difficili. Le vendite sottocosto dovranno rispettare alcuni parametri, a cominciare dal semplice superamento dei costi medi di produzione, elaborati dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea).

“Con le pratiche sleali si aggravano le distorsioni dal campo alla tavola, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi – aggiunge il presidente Muraglia – come frutta e verdura, solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati, dal pane ai salumi fino ai formaggi. La crisi causata dal Covid rischia di peggiorare la situazione, con ripercussioni sugli anelli più deboli della catena alimentare, gli agricoltori e i consumatori”.

Nel testo approvato diventa fondamentale la valorizzazione dell’intervento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi nei prodotti agroalimentari (Icqrf). Coldiretti Puglia fa sapere che è lunga la lista di pratiche commerciali sleali, messe al bando dalla direttiova Ue recepita dal Senato. Parliamo di pagamenti in ritardo (più di 30 giorni al termine stabilito di consegna per i prodotti agroalimentari deperibili e superiore ai 60 giorni in caso di non deperibilità), annullamento dell’ordine da parte dell’acquirente con preavviso breve (inferiore ai 30 giorni), modifica unilaterale delle condizioni di un accordo di fornitura, richiesta al fornitore di pagamenti che non sono connessi alla vendita e di indennizzi per deterioramento o perdita di prodotti agricoli e alimentari che si verificano quando sono già di proprietà dell’acquirente o nei suoi locali, rifiuto di confermare in un contratto scritto le condizioni di vendita, divulgazione illecita da parte dell’acquirente di segreti commerciali, minaccia al fornitore di ritorsioni commerciali quando il fornitore rivendica i suoi diritti contrattuali, addebito al fornitore del costo sostenuto per i reclami dei clienti, anche se questi non ha responsabilità.

E poi ancora: restituzione dei prodotti senza alcun pagamento, richiesta di un pagamento per la messa a disposizione del mercato e di un contributo del costo degli sconti per la promozione e per la pubblicità, il marketing o per il personale impegnato ad organizzare gli spazi dove avviene la vendita dei prodotti. La legge va a colpire anche le aste al doppio ribasso. Nel provvedimento introdotto poi l’anonimato per chi denuncia le vessazioni e viene dato alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare denunce per conto dei propri soci.

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