Puliti, presidente Fiegl: “Il gioco legale aggrega, è regolamentato e non fa male alla salute”

Il gioco legale non distrugge l’uomo, è anzi un momento di aggregazione, al contrario di fumo e alcol che isolano. Il gioco legale viene demonizzato troppo spesso e passa il messaggio sbagliato che faccia male. Ma nella classifica della patologie, stilata dall’Istituto superiore della sanità, è al penultimo posto, preceduto da tabacco, alcol, shopping compulsivo, droga e sesso”. A parlare è Valter Puliti, presidente della Fiegl (Federazione italiana esercenti gioco legale) Confesercenti Umbria.

Continua il presidente: “Per curare alcolismo e tabagismo lo Stato spende 6,4 miliardi di euro, per il gioco un decimo, 600 milioni). Dicono che in Italia si giocano 110 miliardi di euro, ma di questi 87 ritornano nelle tasche dei giocatori, 11 vanno allo Stato come tasse dirette e nove rimangono nella filiera, ossia le incassano produttori, gestori, detentori delle slot”. Puliti afferma: “L’uomo è un giocatore, il gioco c’è sempre stato, fin dai tempi degli antichi romani. L’Italia ha fatto un grande passo avanti quanto ha legalizzato il gioco”.

La pandemia ha fatto molto male anche a questo settore: “Soprattutto ha fatto crescere dell’897 per cento la piaga del gioco illegale”. Una cifra astronomica. “La demonizzazione del gioco legale avviene perché ci sono famiglie che eccedono, pensano possa essere una svolta nella loro vita. Ma non è così. E il settore è super controllato. Chi gestisce il gioco legale, deve segnalare all’autorità o parlare con la persona che è patologica cercando di dissuaderla. Le agenzie di scommesse legali hanno l’obbligo di vietare l’ingresso agli under 18, sono distanziate da scuole, chiese e luoghi di aggregazione, sono insomma un presidio sicuro per il gioco”. Aggiungiamo che nell’intero settore ci lavorano 400 mila persone, ma non basta: “Per avere una licenza regolare di gioco, devi avere il nullaosta della questura. C’è ancora tanto da fare, certo. Le slot dei bar potrebbero essere maggiormente regolamentate. Va fatto uno sforzo in più, tipo andare a eliminare il gioco online .com, che non ha concessione statale e quindi non paga neanche le tasse. Ripeto, però, che la percezione è più grande della realtà”.

In Umbria il gioco è calato negli ultimi tempi, Puliti punta il dito ancora sul gioco illegale: “Bisogna spezzare il circuito per cui se non puoi farlo nel legale, ti butti nell’illegale e finisci per entrare in una spirale di rovina, facendoti prestare i soldi anche dalla malavita. Il gioco legale si ottiene con una concessione di stato, con tasse pagate regolarmente. Se le pene venissero fatte pagare veramente, problemi non ce ne sarebbero. Per esempio, se un minore entra in un tabaccaio e gioca un ‘gratta e vinci’, fai chiudere il locale”. Non è comunque il proibizionismo che migliora la situazione: “Ci vuole un controllo, giusto e severo, e far rispettare le leggi che già ci sono. Per esempio, perché chi ha una sala giochi non può fare pubblicità? E’ ipocrisia. La categoria va difesa in modo forte. Noi lavoriamo per lo Stato, prendiamo una percentuale come chi vende sigarette”.

A livello nazionale, tante sono state le proteste per la riapertura che ci sarà solo il 1° luglio: “E’ accanimento nei nostri confronti, mentre le tabaccherie hanno potuto continuare a lavorare. Le agenzie di scommesse avevano investito soldi con i contingentamenti, ingressi, uscite, dispenser, postazioni separate. È stato poi dimostrato che nelle agenzie non c’è stato nessun contagio. Purtroppo, secondo il codice Ateco, siamo stati assimilati alle discoteche. Ma lo Stato ha fatto un clamoroso autogol: nei mesi di chiusura, infatti, ha perso sette miliardi di incassi diretti come tassazione alla fonte, due miliardi di tasse indirette provenienti dalla filiera. Qualcuno dice: ma tanto c’è l’online. Il giocatore, però, prevalentemente gioca fisicamente. E, infatti, con le chiusure è aumentato il gioco illegale, sono rinate le bische clandestine. È stata una scelta politica dannosa chiudere e tenere chiuso. Ci fanno riaprire dopo l’1 luglio, quando gli Europei sono praticamente finiti. Ci sarà un ulteriore mancato guadagno. Si tratta di miopia forte da parte dello Stato. Ci saranno le Olimpiadi, è vero, e per fortuna perché altrimenti sarebbe come ripartire a settembre praticamente. La maggior parte della scommesse, infatti, si concentrano nella fase a gironi degli Europei, come per i campionati di calcio si gioca prevalentemente a ottobre-novembre e a marzo-aprile”.

Altro capitolo nero quello dei ristori: “Quelli che abbiamo ricevuto sono stati ridicoli, a fronte di costi fissi enormi. Le sale scommesse sono molto grandi e quindi gli affitti sono onerosi, la corrente si paga anche se la macchina sta spenta e parliamo di 200 euro al mese. Penso che ci saranno sale che non riapriranno più, il che significa posti di di lavori in meno, affitti che se ne vanno per i proprietari degli immobili, investimenti che saltano. Ripeto, la gente tanto ha giocato lo stesso, illegalmente, anche se magari non aveva i soldi per mangiare”. Ricorda Puliti: “Moltissimo dello sport vive sul contributo e sulla sponsorizzazione di società che fanno gaming”.

Torna sui controlli stringenti al settore: “Per il decreto Balduzzi, ogni agenzia di gioco legale ha l’obbligo di scrivere su ogni slot e vlt che il gioco fa male alla salute. All’ingresso della sala c’è tutta la documentazione Balduzzi, tutte le patologie possibile. Ci sono addirittura le possibilità di vincite regolamentate dallo Stato. Sì, perché le percentuali di vincita sono fisse, tu quindi sai che vai a fare. Nelle Vlt, ogni 100 euro la vincita minima è dell’85-87 per cento, con le slot siamo al 75 per cento, nel virtuale all’84 per cento, con il gratta e vinci siamo al 60 per cento. Vuol dire che alla chiusura del ciclo, questa percentuale deve rientrare per forza nelle tasche del vincitore. Le regole dunque ci sono, vanno fatte rispettare, altrimenti devi dare la multa di 6 mila e far chiudere la sala. C’è naturalmente bisogno di migliorare”.

Conclude Puliti: “Per deontologia professionale, i gestori non possono giocare né scommettere. Siamo soggetti alla finanza per il flusso di denaro. Le vincite superiori a mille euro, per scommesse e vlt, vanno tracciate, il bonifico va fatto sul conto del vincitore, che deve dare i suoi estremi, nome e cognome. Si riempie un modulo per questo”.

Insomma, si capisce ampiamente che il settore del gioco legale è pieno di regole. E che l’interesse dello Stato è favorirlo per evitare che il gioco illegale prenda il sopravvento. Laddove invece i rischi sono tanti.

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