Aeroporto dell’Umbria: Aur, l’importanza di aumentare il numero di passeggeri

Come fare perché l’Umbria non resti una regione difficile da raggiungere? Assume una grande importanza l’aeroporto, come sottolinea l’Aur. Ma nessuno scalo e nessuna linea area riuscirà a trasferire gente in un luogo dove non ci sia nulla da vedere o di interessante da fare.

L’aeroporto San Francesco è stato realizzato per perseguire lo sviluppo economico e la modernizzazione dell’Umbria, è un’opera strategica proprio come un’autostrada, un polo ospedaliero o una linea ferroviaria veloce. Lo scalo umbro è interessante, disegnato da Gae Aulenti, quando si atterra da una parte si vede Perugia e dall’altra la Basilica di San Francesco d’Assisi. Geograficamente, la struttura si trova in una posizione felice perché baricentrica nell’Italia Centrale. Fornisce una valida alternativa a Roma, Firenze e Ancona. Anche dal punto di vista culturale, storico, ambientale e artistico l’opera è in un territorio molto dotato. Luogo molto attrattivo, dunque, ma non facilmente accessibile rapidamente.

Un quadro entusiasmante, si direbbe, ma nel 2019 le persone atterrate sono state 219 mila, in linea con i 215 mila del 2013, decisamente meglio ai 274 mila del 2015, l’anno migliore di sempre. È come se un trend positivo si fosse interrotto. Sono molte le perplessità, oggi, sulla possibilità di raggiungere i 500 mila passeggeri, che viene considerata la soglia ottimale. Per continuare con le considerazioni, bisogna prendere in considerazione il 2024 come data della ripresa del settore. I benchmark non prendono assolutamente in considerazione il biennio 2020/21 a causa della pandemia. Nel 2024, dunque, quanti voli al giorno di media ci vorrebbero per raggiungere i 500 mila passeggeri?

Un aereo che atterra al San Francesco porta mediamente al massimo 190 passeggeri. Ogni velivolo viaggia al 90 per cento della capienza. Dunque, non sarebbe utopistico raggiungere questa soglia, tanto più che la regione, seppure tra le più piccole d’Italia, nel 2019 ha fatto registrare 2 milioni e 478 mila arrivi turistici. Non solo: l’Umbria si presterebbe per storia e tradizioni a diventare hub per turismo religioso europeo.

L’Aur ha fatto dunque due simulazioni. Secondo uno studio di Bain&Co, ogni 100 mila passeggeri che arrivano in aeroporto, si generano 800 nuovi posti di lavoro, tra diretti, indiretti e indotto. Uno studio Enit ha stimato che ogni passeggero mediamente lascia al territorio dove atterra 480/500 euro. Con 500 mila nuova arrivi, giungeremmo a 4 mila occupati circa e a 250 milioni di reddito aggiuntivi sul territorio.

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