Onori, Agriturist Umbria: “C’è tanta voglia di ripartire, e anche qualche problema”

Per gli agriturismi dell’Umbria è tempo di ripartenza in grande stile. Si profila un’ultima parte di primavera e un’estate di boom da parte dei turisti grazie alle zone gialle, al green pass e alla prosecuzione della campagna vaccinazione nel nostro Paese. Ne è convinto anche Adolfo Onori, presidente di Agriturist Umbria: “C’è ancora un po’ di confusione, ma pure tanta voglia di ripartire. In questi giorni abbiamo il meteo che ci rema un po’ contro, non fa ancora troppo caldo e le previsioni danno pioggia per il fine settimana”.

Onori conferma che gli agriturismi sono i luoghi ideali, in tempi di covid, dove passare le vacanze: “Sì, ci sono molti vantaggi. Io ho molti contatti, c’è voglia di venire, c’è fermento positivo. Alcuni già hanno attrezzato le strutture. Cos’hanno di più gli agriturismi rispetto alle altre strutture? Nascono nel contesto di un’azienda agricola, quindi in campagna. Ci sono verde, aria aperta, spazi sconfinati, il distanziamento nasce già di suo, è la situazione ideale per questi momenti. In agriturismo la gente trova tutto ciò che cerca. Un albergo o un ristorante fanno più fatica in questo periodo a stare in regola”. Vantaggi ulteriori hanno gli agriturismi umbri: “Offriamo diversi contesti: pianura, collina e montagna. Il che significa differenti cucine, spazi diversi, diversificazione dei servizi a tutti gli effetti”.

Non si può però lasciare del tutto alle spalle la pandemia, il covid: “Che lascia molte macerie. Alla riapertura, quanti ce la faranno? Le aziende consolidate hanno resistito, ma chi aveva aperto da poco ne ha sicuramente risentito e non so se riaprirà. Per averei dei riscontri, bisogna attendere un mese. Lì capiremo chi esce dal tunnel e chi no”. I ristori hanno fatto poco o niente: “Non sono stati sufficienti, non sono neanche arrivati ancora a tutti. L’unica cosa su cui contiamo è ripartire per tornare a lavorare. Con i ristori non si risolve nulla. Non sono state misure tempestive. La miglior cosa è il lavoro. Riaprire significa anche garantire di nuovo un posto al personale perché cassa integrazione e quant’altro non riescono comunque a fotocopiare le esigenze di un’azienda. Tra i dipendenti, magari per sopravvivere qualcuno ha trovato un altro lavoro. E quindi non torna. I fornitori potrebbero avere chiuso e non riapriranno. Insomma, ci sono parecchie incognite”.

Quello che non dovrebbe mancare, come già detto, è l’afflusso dei turisti: “Ci sarà di sicuro un boom per l’estate. Come l’anno scorso. Avremo masse di turisti più concentrate rispetto a prima, i clienti saranno più esigenti. Questo crea delle problematiche, perché dovremo reperire altro personale sul territorio per garantire al massimo ogni servizio”. Questo, fuori dalle virgolette, pare essere il più grande grattacapo per gli imprenditori agricoli che hanno anche un agriturismo da portare avanti: reperire personale. Tra le macerie di cui parlavamo sopra, aggiungiamoci anche questa. Un anno e più di chiusure, mini finestre di riapertura e di nuovo chiusure si fa sentire. Eccome.

Exit mobile version