Superbonus 110 per cento: niente proroga al 2023

Edilizia

Niente proroga al 2023 per il superbonus 110 per cento. Un maxi emendamento ha praticamente eliminato tutte le novità che erano state annunciate pochi giorni fa. Bocciato anche l’ampliamento per l’utilizzo, ossia alberghi, capannoni e studi professionali.

La cosa più importante è che non ci sarà la proroga del superbonus al 31 dicembre 2023; il Governo si è però impegnato ad allungare i tempi della detrazione maggiorata, probabilmente nella Legge di bilancio, anche se parti sociali e maggioranza la chiedono subito per dare certezze a imprese e famiglie.

“Il governo si impegna a inserire nel disegno di legge di Bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023” ha detto il premier, “tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici”. Per la proroga sarà necessario dunque aspettare un nuovo decreto o la prossima Legge di bilancio.

Il Senato aveva proposto di ampliare la platea dei beneficiari ad alberghi, imprese e professionisti, oltre che agli edifici privi dell’impianto di riscaldamento. Niente da fare, si dovrà attendere un altro provvedimento. La Ragioneria generale dello Stato ha bocciato la norma del dl Sostegni inserita dal Parlamento per la “cedibilità del credito di imposta nell’acquisto dei beni strumentali relativamente al Piano Transizione 4.0”, cioè il cosiddetto superbonus per le aziende. La Ragioneria ha chiesto lo stralcio sostenendo che la norma ha “potenziali rilevanti effetti sulla finanza pubblica”.

“Gli effetti finanziari – ha spiegato il dipartimento del ministero dell’Economia e delle Finanze – potrebbero essere particolarmente significativi per quei crediti che, come industria 4.0, prevedono una fruizione in quote annuali, perché l’impatto sul deficit sarebbe anticipato interamente al primo anno di utilizzo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo in compensazione”. Per tali ragioni, “non è possibile, allo Stato, assentire proposte di estensione della cedibilità ad altre tipologie di crediti”.

Bocciata, infine, la cessione del credito o lo sconto in fatture sul bonus mobili ed elettrodomestici, introdotta nel corso dell’esame presso le Commissioni del Senato.

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