Sono 34.268 le aziende delle Marche guidate da donne. Nell’ultimo anno, condizionato dalla pandemia, 355 hanno dovuto chiudere. A pagare soprattutto le under 35, scese da 3.865 a 3.567, con un saldo negativo di 298. Mercoledì 12 maggio, alle 16.30, proprio le imprenditrici marchigiane associate alla Cna parteciperanno all’Assemblea elettiva 2021 di Cna Impresa Donna; ci sarà un confronto su quali azioni mettere in campo per sostenere le imprese femminili e ripartire dopo l’anno terribile.
L’assemblea si terrà online e interverrà la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti. Parteciperanno poi la presidente di Moica (Associazione Movimento casalinghe italiane), Tina Leonzi, la presidente nazionale di Cna Impresa Donna, Maria Fermanelli, la presidente di Cna Impresa Donna Marche, Emilia Esposito, la presidente di Cna Impresa Donna Macerata, Patrizia Tiranti. Coordinatrice Lucia Pistelli, referente di Cna Impresa Donna Macerata.
In Italia, il tasso di occupazione femminile è fermo al 47 per cento, venti punti in meno della media europea. Per le mamme lavoratrici arriviamo a 30. Bisogna poi aggiungere la differenza di reddito: nel settore privato, le donne guadagnano il 18 per cento in meno dei colleghi uomini. Nelle piccole imprese la forbice si assottiglia, riducendosi all’1,6 per cento. Infine, le donne lavoratrici hanno le 5,5 ore giornaliere di incarichi e carichi familiari contro l’1,5 ore degli uomini.
Secondo un’inchiesta del Centro Studi Cna, in collaborazione con Cna Impresa Donna, il 47 per cento delle imprese femminili, se l’emergenza dovuta alla pandemia non sarà superata a breve, dovrà ridimensionare in modo forte la propria attività (39,1 per cento) o, addirittura, chiudere (8,3 per cento). Questi dati riguardano naturalmente le imprese ancora aperte, molte altre hanno già dovuto abbassare la saracinesca.
“Per aiutare le imprese femminili – afferma Emilia Esposito, presidente Cna Impresa Donna Marche – chiederemo al Ministro Elena Bonetti: servono supporti per la digitalizzazione”. Secondo Unioncamere, sette imprenditrici su dieci non sono pronte al digitale. “Servono poi misure per facilitare l’accesso al credito, attraverso un rifinanziamento dei Confidi, tra cui Uni.Co, il Confidi delle Marche. Infine, vanno incentivati gli strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa”.
Attualmente, il 25,4 per cento delle ragazze sotto i 30 anni non lavora, non studia e non cerca neanche un’occupazione. “Fare impresa e aprire una partita Iva – sostiene Sara Catalini, responsabile Cna Impresa Donna Marche – possono rappresentare opportunità importanti di reddito e di realizzazione professionale per le donne, ma vanno supportate. I fondi del PNRR vanno utilizzati per predisporre un grande piano per l’imprenditoria femminile. Per questo occorre aumentare lo stanziamento previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che è inferiore al miliardo di euro”.