Brexit: export Made in Italy giù del 12,7 per cento

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(ANSA) - TRIESTE, 18 MAG - Immense gru di banchina, container a perdita d'occhio, migliaia di metri quadrati di superficie - tra magazzini, banchine e piazzali e tonnellate di merci in arrivo e in partenza da e per il Mediterraneo e il Far East: il porto di Trieste torna ad aprirsi alla città, con la quinta edizione di 'Open Day' di domani. Oggi l'anteprima era per gli 'Instagramer', ovvero gli appassionati del social network che permette la condivisione di immagini e brevi video, che hanno potuto visitare lo scalo giuliano e le sue attività produttive. (ANSA). Foto di Cristiana Missori

La Brexit fa calare di brutto l’export italiano verso il Regno Unito. Siamo al -12,7 per cento nel primo trimestre post Brexit rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’analisi è stata effettuata da Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi al mese di marzo 2021.

I prodotti italiani più esportati in Gran Bretagna sono gli alimentari, poi i mezzi di trasporto, l’abbigliamento, i macchinari e apparecchi e metalli. A diminuire sono pure le importazioni da oltremanica. Parliamo di un deciso -23,3 per cento relativo a mezzi di trasporto, prodotti chimici e macchinari e apparecchi.

Le più importanti criticità, per gli esportatori, riguardano le procedure doganali e sono legate all’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e controlli maggiori. A pesare sono gli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano gli scambi commerciali. A marzo, però, c’è stata un’inversione di tendenza, con un aumento del 14,4 per cento nelle esportazioni e del 30,7 nelle importazioni. Non bastano però a colmare le perdite dei due mesi precedenti, febbraio e gennaio.

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