Comuni umbri: -53 milioni di euro di incassi nel 2020

Il covid ha mandato in tilt il bilancio di Comuni e Regioni, chiamati a spese impreviste per aiutare cittadini e imprese, facendo leva su minori entrate a causa delle misure restrittive. L’Aur ha fatto una prima analisi, per quel che riguarda il 2020, relativamente all’Umbria.

I 92 Comuni hanno perso più di 53 milioni di euro di incassi rispetto all’anno precedente. Sul versante tributario (mancano 44 milioni, -7,5 per cento, leggermente meno pesante del calo nazionale) e su quello extratributario (-9 milioni di euro, -6,3 per cento, a fronte di una media italiana tre volte più alta). Imu e Irpef sono rimaste sui livelli dell’anno precedente, anzi con un aumento del 2,2 per cento, la Tari ha perso ben 23 milioni di incassi, -13,7 per cento. Cali ancora più forti per l’imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni (-23 per cento), tassa sull’occupazione degli spazi e delle aree pubbliche (-31 per cento), imposta di soggiorno (-40 per cento). Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) e Imu (Imposta comunale sugli immobili) sono ormai assorbiti dall’Imu, con gli introiti residuali comunque fortemente ridotti.

Le entrate extratributarie hanno tutto sommato subito una contrazione meno drammatica in Umbria di quanto accaduto in tutto il Paese. Decisa la flessione dei proventi da erogazioni dei servizi (-31,1 per nazionale, circa -25 per cento in Umbria). Con le scuole chiuse, praticamente dimezzati gli incassi di mense, asili nido, trasporti scolastici. Gli incassi da parcheggi a parchimetri hanno perso un milioni di euro circa, abbattute di oltre la metà le entrate derivanti da mercati e fiere, -44 per cento per teatro, musei, spettacoli e mostre. In controtendenza il trasporto funebre, che si prende il primo posto tra i servizi per gli incassi del 2020: il triste simbolo di un anno di coronavirus.

Il Governo è intervenuto con sostegni che, in Umbria, tra 2020 e 2021 hanno raggiunto i 16 miliardi. La metà circa agli enti locali, 6,7 miliardi per le funzioni fondamentali. Una seconda linea di interventi, pari a 1,3 miliardi nel biennio, è andata ai ‘ristori minori’, per riassestare le minori entrate provenienti da imposta municipale propria per alcune categorie di immobili, da imposta di soggiorno e similari e da tasse e canoni per l’occupazione di aree pubbliche.

Dalle prime stime, la contrazione delle entrate proprie sembrerebbe essere stata largamente controbilanciata – almeno in Umbria – dall’incremento del 57% degli incassi da trasferimenti che hanno alimentato il fondo per le funzioni fondamentali e gli altri ristori specifici, provenienti in larga parte dai Ministeri, che sono aumentati di oltre 65 milioni rispetto al 2019, determinando un effetto complessivamente positivo, a livello di comparto, per le casse comunali. È però presto per trarre conclusioni, visto che gli uffici comunali proprio in questi giorni stanno chiudendo i bilanci consuntivi per il 2020. Entro maggio c’è poi da produrre la certificazione per quantificare in che misura la perdita di gettito e la maggiori spese di adeguamento e funzionamento delle strutture a causa della pandemia siano state bilanciate dai ristori compensativi e dai risparmi su alcune spese, in particolare l’acquisto dei servizi. Così, a giugno, si potrà fare il riparto della quota più grossa di risorse aggiuntive messe a disposizione con la legge di bilancio 2021 e con il decreto legge 41 del 2020 (1.280 milioni).

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