L’Andis, l’Associazione nazionale dirigenti scolastici, è preoccupata per la ripresa delle lezioni in presenza dal prossimo 26 aprile. Stiamo parlando di un’Associazione nata nel 1988, in occasione del I Congresso nazionale di Chianciano, come erede del coordinamento nazionale dei Collegi dei direttori didattici, che operava un altro decennio su tutto il territorio italiano.
Oggi l’Andis è la più grande associazione professionale dei dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado. Persegue, tra i suoi scopi, la promozione, lo sviluppo, il progresso della scuola statale e si propone di rappresentare gli interessi legittimi e le esigenze professionali dei propri iscritti.
“Tra il personale scolastico e le famiglie continua a diffondersi un forte sentimento di preoccupazione e di ansia circa i possibili rischi connessi alla ripresa, dal prossimo 26 aprile, delle lezioni in presenza anche per le secondarie di II grado, senza che siano stati predisposti servizi aggiuntivi e più efficaci interventi di prevenzione”. Ad affermarlo in una nota è Paolino Marotta, presidente di Andis.
“L’Andis – spiega il presidente Marotta – ribadisce la necessità e l’urgenza di emanare alcune misure indifferibili, fra le quali aggiornare il protocollo di sicurezza anche in relazione alla diffusione delle varianti Covid; delegare ai dirigenti scolastici il compito di definire, in rapporto al protocollo di sicurezza e alla capienza dei locali, la percentuale di alunni, a partire dal 50%, da ammettere alle lezioni in presenza; prevedere la somministrazione di tamponi periodici agli alunni e al personale della scuola”.
Fondamentale, conclude il rappresentante dei presidi, “definire efficaci misure di tracciamento, emanare linee guida unitarie all’indirizzo di Asl/Usl, completare la vaccinazione del personale scolastico, aumentare i mezzi di trasporto scolastico, affidare alla Protezione Civile e alle organizzazioni di volontariato il controllo sugli assembramenti”.