Federica Santini, Trenord: “Nel nostro futuro c’è l’idrogeno, il presente è il rilancio della mobilità post-pandemica”

Scrivi Trenord e pensi all’innovazione, a un’azienda che guarda al futuro. Pur essendo sostanzialmente ‘piccola’, nel senso che si occupa della mobilità su rotaia prevalentemente lombarda (ma i servizi arrivano anche in Liguria, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, oltre a quelli transfrontalieri con la Svizzera), è la seconda azienda in Italia del settore della mobilità.. Copre circa un terzo di tutto il traffico ferroviario italiano. Normale che in una realtà di questo tipo, che si occupa di trasporti, il covid abbia inciso. E tanto.

A confermarlo è la Presidente di Trenord, Federica Santini: “Prima della pandemia avevamo 820 mila viaggiatori al giorno. Purtroppo, nel 2020, la mobilità è stata terribilmente attaccata e condizionata dal covid. Tutti ci ricordiamo di marzo/aprile dell’anno scorso, a noi è mancato ciò che ci tiene in vita, ovvero i clienti. E dire che proprio il 2020 doveva essere un anno cruciale per Trenord, con l’immissione di moltissimi nuovi treni, grazie a un investimento di oltre 1,6 miliardi portato avanti da Regione Lombardia, il nostro committente. Avevano iniziato ad arrivare (si tratta dei Caravaggio e dei Donizetti, prodotti rispettivamente da Hitachi Rail ed Alstom), poi le consegne hanno rallentato. In generale, quello scorso doveva essere l’anno di compiuto rilancio per l’azienda, con iniziative volte a rivedere il rapporto con il cliente, rendendolo più interattivo e positivo, con l’idea di creare una vera e propria community. Poi è scoppiata la pandemia e il problema principale è diventato far viaggiare i treni vuoti. Superfluo aggiungere che abbiamo avuto più di una drammatica contrazione dei ricavi”.

Non tutto però è stato negativo: “Abbiamo colto lo spunto per innovare, con un Piano di Innovazione che era già in programma, ma che a quel punto era diventata una necessità per sopravvivere e, anzi, uscire migliorati dalla crisi. Abbiamo parzialmente riconvertito alcuni processi innovativi per fronteggiare l’emergenza. Così, quando da maggio il traffico è parzialmente ripartito, c’è stato un più attivo coinvolgimento dei clienti grazie alla nostra app rinnovata, ai sistemi di tracciamento per sapere e far sapere ai passeggeri quante altre persone viaggiavano, cosa necessaria per la sicurezza in tempi di social distancing.covid. Abbiamo ricevuto il supporto delle start up, che per noi sono state linfa vitale, anche grazie al supporto di attori esperti del mondo dell’open innovation come SMAU e Elis”.

Aggiunge Santini: “Spesso nelle aziende dai business un po’ ‘datati’ l’innovazione viene vista come qualcosa di non necessario, un “nice to have”, in questo caso si è capito che era ben altro. L’innovazione è avvenuta anche nel campo della manutenzione. Noi abbiamo varie officine in Lombardia, tra cui quella di Fiorenza, la più grande in Europa. Chiaro che con la pandemia devi stare ancora più attento che un treno non si guasti perché non puoi far salire i passeggeri sul convoglio successivo, riempiendolo all’inverosimile, e la predittiva in questo ambito è un grande supporto”.

Se “il bilancio economico finanziario 2020 è fortemente provato, il bilancio umano è totalmente positivo: di come hanno reagito i nostri dipendenti e i clienti, invece, non possiamo che essere fieri. Lo shock ci ha fatto bene per tanti motivi. Ha velocizzato processi che erano già in programma. Ha accresciuto sempre di più il nostro senso di comunità aziendale. E ora abbiamo tante novità che restano e che svilupperemo man mano”.

Trenord ha come committente Regione Lombardia ed è partecipata al 50 per cento da Ferrovie Nord Milano e da Trenitalia. Il futuro vedrà ancora una volta l’azienda all’opera su più fronti: “Continuiamo naturalmente a fornire i servizi per i pendolari, ma puntiamo molto sul settore del tempo libero e sul turismo, su un turismo sempre più green e sostenibile. La pandemia ha riportato in auge quello di prossimità e per noi questo è un segmento di business importante. Il 2021 è l’anno europeo delle ferrovie e c’è volontà di ripensare il treno come veicolo di cultura e di esperienza immersiva”. Da qui i grandi investimenti previsti: “Dal 2023 avremo i primi convogli a idrogeno, che circoleranno in Val Camonica. Siamo l’unica impresa ferroviaria italiana ad essere in fase cosi avanzata di questa sperimentazione. Lavoriamo con grandi player del settore, tra cui Eni e Snam”.

Tornando al bilancio, i numeri dicono che “i ricavi si sono ridotti di oltre il 70 per cento, così come il numero di passeggeri, che in alcuni periodi sono arrivati a picchi del -90 – 95 per cento. Anche grazie ai sussidi arrivati dal Governo e della Regione Lombardia chiudiamo in negativo, sì, ma meno di quello che sarebbe stato senza il supporto degli Enti. Il lato positivo è che non c’è stato assolutamente un calo degli occupati, anzi stiamo continuando a selezionare persone per il normale turnover e per la diversificazione delle competenze. Nel solo 2020 sono entrati in azienda circa 200 nuovi macchinisti e capitreno. Mi sento di dare un messaggio di fiducia sul settore e su Trenord: non abbiamo mai dubitato della continuità aziendale e guardiamo al lungo periodo, a un arco temporale di dieci anni”.

La vocazione dell’azienda lombarda resterà locale: “E il nostro fiore all’occhiello è il Malpensa Express, che collega treno e aereo, una combinazione vincente. Anche in questo, purtroppo, c’è stata una forte contrazione a causa del blocco dei traffici aerei”.

La presidente conclude: “Non c’è solo l’idrogeno nel nostro futuro, tra l’altro in alcune tratte la soluzione migliore è l’ibrido. Continuiamo la rivoluzione della nostra flotta, puntiamo a rinnovarla integralmente nei prossimi cinque anni. Altro tema caldo è il welfare. Con più di 4 mila occupati, normale pensare anche alle famiglie che insieme hanno la bellezza di 3700 figli a carico. In questo senso, stiamo investendo in formazione e sostegno ai nuclei familiari, siamo stati tra i primi ad avere dei percorsi sulla genitorialità”.

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