Ebitda margin: com’è messa l’Umbria

L’Ebitda, Earning Before Interest Tax Depreciation and Amortization, è il margine che esprime il posizionamento strategico di un’azienda e la capacità di questa di generare flussi di cassa. Rapportata al livello di fatturato, esprime l’Ebitda Margin (%). Un livello di adeguato di Ebitda Margin significa che l’azienda con il suo modello di business crea un significativo valore aggiunto, intercettando nel modo giusto i bisogni della clientela, del mercato. Di prassi, per poter parlare di un giusto livello di Ebitda margin, si considera la soglia psicologica del 10 per cento. Sopra a questo livello, l’azienda è attrattiva, al di sotto difficilmente ha un vantaggio competitivo sostenibile e una sufficiente forza finanziaria per lo sviluppo.

Agenzia Umbria Ricerche è andata a guardare qual è la situazione in Umbria. In particolare nel segmento delle pmi, tra 10 e 50 milioni di fatturato, ci sono 300 aziende, con un valore della produzione totale di sei miliardi di euro e più di 26 mila dipendenti. Solo un’azienda su quattro ha un Ebitda margin superiore al 10 per cento. Si va dal 2,3% del Commercio e riparazione di autoveicoli al 10,2% della Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi. Nel settore del Commercio di autoveicoli, troviamo solo un’azienda che supera il 10%, pari al 4,5%; nel commercio all’ingrosso, siamo a 5 su 42, vale a dire l’11,9%; nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, 1 su 8, ovvero il 12,5%. Nel settore della fabbricazione di prodotti in metallo arriviamo invece a 12 su 25, pari al 48%.

Tre gli spunti che arrivano da questi dati. Superare il 10% di Ebitda margin è difficile. E l’Umbria, con il commercio che prevale sulla manifattura e soprattutto con la sub-fornitura che prevale, non è messa benissimo. Il settore conta molto, ma non tutto. Ci vuole capacità imprenditoriale, strategia, governance e managerialità. Qualità che posizionano l’Umbria, ma tutta Italia, indietro. I mantra su innovazione, internazionalizzazione e digitalizzazione sono inutili senza un’analisi micro-economica dell’azienda, del suo Ebitda e del suo modello di business. Ognuno dei mantra richiama infatti investimenti economici, richiedendo un circolo virtuoso di Ebitda margin che solo la singola azienda può valutare in prospettiva strategica.

Agenzia Umbria Ricerche conclude il discorso parlando di necessità di un piano industriale ben fatto per tentare una sintesi costruttiva con creatività, coraggio e competenza.

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