Coldiretti Puglia: niente zone gialle, -500 milioni ad aprile

Crack di 500 milioni di euro per tutto il mese di aprile in Puglia a causa delle chiusure dei servizi al tavolo o al bancone nei 22 mila bar, dei ristoranti, delle pizzerie e degli agriturismi. L’analisi è di Coldiretti Puglia e si basa sulla possibilità che la regione resti zona rossa o arancione per tutto il prossimo mese.

L’associazione dei coltivatori diretti della Puglia fa sapere che si tratta di una situazione insostenibile dopo il lockdown di Pasqua, in una regione che può contare su 900 agriturismi, apprezzati dalle famiglie durante i weekend di primavera. Ma sono ristoranti e alberghi a essere maggiormente colpiti dalla pandemia covid, che ha tagliato i consumi del 40,2 per cento nel 2020, provocando un effetto valanga sull’intero settore dell’agroalimentare italiano.

“La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10% nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica, mentre si sono ingenerate le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità, che vanno fermate per difendere la capacità degli pugliesi di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nei settori ittico e vitivinicolo, ristoranti e agriturismo sono il principale canale di commercializzazione per fatturato. “Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy”.

Quasi 15 mila ristoranti, bar, mense, 6.500 pizzerie e i 900 agriturismi, in Puglia, portano un fatturato di più di cinque miliardi di euro, ora praticamente azzerato. Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino – precisa la Coldiretti – non siano mai arrivati nel 2020 sulle tavole dei locali con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. “Anche alla luce dell’avanzare della campagna di vaccinazione, è importante quindi iniziare a pensare alle riaperture in sicurezza dei locali della ristorazione dove sono state adottate misure importanti, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso”.

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