Coldiretti Puglia: solo 15% risorse Misura 21 liquidate alle aziende

Profondo rosso per l’agricoltura della Puglia, che mette sul tavolo più di mezzo miliardo di perdite di fatturato, con vitivinicolo, floricolo e agrituristico letteralmente in ginocchio a causa della crisi economica e occupazionale seguita all’emergenza covid. La Misura 21, messa in atto per dare un’iniezione di liquidità proprio alle aziende agricole, è ferma con solo il 15 per cento delle risorse già liquidate. Lo fa sapere Coldiretti Puglia, che chiede all’assessorato all’Agricoltura una stretta sulla spesa dei fondi comunitari stanziati dalla Misura 21, in modo da non perdere neanche un euro.

La Misura 21 è stata attivata nel 2020 per i comparti floricolo, agrituristico e vitivinicolo, con un finanziamento complessivo di 18,9 milioni di euro. Ma “a oggi è stato liquidato solo il 15% delle risorse a beneficio delle imprese agricole, segnatamente il 23% per il comparto agrituristico, il 28% per il floricolo e lo 0% per il comparto vitivinicolo, ergo solo 2,9 milioni di euro rispetto all’ammontare complessivo dei fondi comunitari disponibili. E’ evidente quanto sia urgente una stretta sulla Misura 21, procedendo celermente alle erogazioni degli aiuti alle imprese, con un’accelerazione dei decreti di pagamento e della semplificazione delle relative procedure, per non vanificare l’intervento che è divenuto già molto tardivo rispetto alla crisi perdurante”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Siamo a marzo e le imprese agricole ancora non hanno beneficiato degli aiuti per la perdita di fatturato registrata nel 2020. La situazione continua ad aggravarsi, visto che va di pari passo con la crisi covid. Il mondo del vino, per la prima volta in 30 anni, in Puglia ha frenato anche nelle esportazioni: quasi quattro cantine su dieci, il 39 per cento, hanno registrato difficoltà a seguito dell’emergenza, oltre 6,5 milioni di litri di vino sono fermi nelle cantine a causa della chiusura di ristoranti, bar ed enoteche in tutta Italia e all’estero.

Per gli agriturismi, perdita secca nel 2020, con l’azzeramento del turisti stranieri, gli annullamenti delle prenotazioni degli italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown. Le nuove restrizioni non invitano all’ottimismo per Pasqua e per la stagione estiva. Il settore florovivaistico, con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano, che si estende ai comuni di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento, e con quello di Bari con al centro della produzione Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, sono quelli che hanno pagato il conto più salato: crollo degli ordini e blocco totale dei mercati esteri e internazionali con punte fino al 100 per cento e milioni di fiori e piante invenduti.

Pandemia e chiusure hanno poi causato il crollo delle attività di 20 mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e di circa 900 agriturismi in Puglia, e l’effetto domino ha portato a una perdita di fatturato di più di 700 milioni di euro su tutto l’agroalimentare.

“Se è vero che agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione stanno tenendo duro, non si può negare che molte filiere siano in profonda crisi. Come Coldiretti abbiamo lanciato l’allarme sui rischi che si corrono dal settore vitivinicolo al florovivaismo, dal lattiero – caseario all’olivicoltura fino alla pesca. Sono migliaia le attività e quei servizi forniti al settore dell’Horeca che oggi con la chiusura in tutto il mondo di bar e ristoranti rischiano la debacle. Ma è sos anche per molte attività che rientrano tra quelle che integrano la produzione, meglio note come “attività connesse”. L’agriturismo in primis, ma non solo. Le nostre imprese non possono essere lasciate sole, devono essere sostenute. Sono fondamentali sul piano economico e sociale”, conclude il presidente Muraglia.

L’eccesso di burocrazia provoca problemi nell’utilizzo dei fondi europei. Coldiretti chiede di andare oltre le regole per superare i mille vincoli burocratici e spendere subito.

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