Floricoltura: perdite di 1,5 miliardi solo per la parte agricola

La floricoltura è uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia. Andrea Elmi, presidente della Coldiretti di Lucca, uno dei principali distretti nazionali, commenta: “Il covid ha creato un vero e proprio tsunami senza precedenti: ci siamo ritrovati con l’azzeramento degli eventi pubblici, delle fiere, delle assemblee, delle cresime, delle comunioni, dei battesimi e dei matrimoni”. Questi ultimi si sono addirittura dimezzati rispetto al 2019, 80 mila in meno.

Confagricoltura, Coldiretti e Cia-Agricoltori italiani segnalano perdite di fatturato, solo per la parte agricola, di più di un miliardo e mezzo di euro, a fronte dei due miliardi e mezzo di giro d’affari di dodici mesi prima. Soffre anche la bilancia dei pagamenti: -2,7% nelle esportazioni nei primi dieci mesi del 2020 (777 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2019. Sono invece cresciute le importazioni (+18,1, 389 milioni di euro). Il saldo import-export, sempre nei primi dieci mesi del 2020, resta positivo (+387 milioni di euro), ma si contrae del 17,3%.

L’Italia è il secondo produttore europeo dopo l’Olanda. Cinque regioni, da sole, totalizzano l’80 per cento della produzione e parliamo di Liguria (31% del totale), Campania (16%), Toscana (13%), Puglia 11%) e Sicilia (10%). Sta crescendo ultimamente anche la zona litoranea del Lazio grazie alla coltivazione di fiori recisi e piante mediterranee. Secondo un recente studio di Ismea, le aziende coprono una limitata superficie, in media inferiore a un ettaro le imprese floricole, mentre arrivano a più di due ettari quelle che producono piante in vaso e prodotti vivaistici. Nel comparto dei fiori recisi, dunque, prevalgono le aziende a conduzione familiare, anche se con più capacità manageriale di una volta. Nel settore delle piante in vaso e dei vivai, la gestione segue principi imprenditoriali.

Secondo Cia, il solo giorno di San Valentino vale il 10% del fatturato annuo di produttori e commercianti. Il giro d’affari, per questa giornata, si aggira sugli 80 milioni di euro, circa 25 milioni di fiori, per una spesa media pro capite di 30 euro. Cia-Agricoltori italiani suggerisce anche il bouquet made in Italy migliore da regalare oggi, e non solo per San Valentino naturalmente. Anemoni, ranuncoli, lilium, papaveri, gerbere e ancora calendule, bocche di leone, garofani e fresie, con l’aggiunta di fronde verdi per addobbare il tutto.

“Fiori locali, sicuramente più freschi e profumati rispetto alle tradizionali rose e orchidee che, per il 90%, arrivano dall’Ecuador, dalla Colombia, dal Kenya, dall’Etiopia e da Taiwan”. Oltre al viaggio, hanno alle spalle la conservazione in celle frigorifere. Nelle coltivazioni italiane, in più, non c’è l’uso di fitofarmaci in modo indiscriminato.

Exit mobile version