Imprese femminili nelle Marche: covid interrompe la crescita

Il covid ha interrotto la crescita di imprese femminili nelle Marche dopo sei anni. Nel 2020 c’è stata infatti una brusca frenata: il numero di aziende in rosa è calato da 34.623 a 34.268, con la perdita di 1.200 posti di lavoro. Secondo il Centro Studi Cna Marche, il calo maggiore si è avuto in provincia di Ancona (-170) e Macerata (-123). A Pesaro e Urbino il saldo negativo è di 66 imprese, a Fermo di 14. In controtendenza Ascoli Piceno, dove le imprese guidate da donne sono 18 in più.

Le imprese più esposte sono quelle guidate da giovani donne sotto i 35 anni. Attualmente, nella regione, sono 3.567 contro le 3.865 di dodici mesi prima. Per quel che riguarda i settori, l’agricoltura paga il prezzo più salato (-219), poi il commercio (-140) e le manifatture (-108). Crescono informazione e comunicazione (+17), imprese finanziarie e assicurative (+11), immobiliari (+45), noleggio agenzie viaggio servizi di supporto alle imprese (+33) e istruzione (+7). Nel comparto manifatturiero, pagano il sistema moda (-174 imprese), soprattutto quello delle calzature (-55). Male anche industrie alimentari (-17) e meccaniche (-9).

“Sull’imprenditoria femminile – affermano la presidente di Cna Impresa Donna Marche Emilia Esposito e la responsabile regionale Sara Catalini – occorre continuare ad investire con convinzione. In una fase così difficile, la ripresa economica, passa anche e soprattutto dalle donne che fanno impresa. Le imprese femminili hanno dimostrato di essere più socialmente responsabili, più attente alla sostenibilità ambientale ed hanno grandi margini di crescita, come si è visto negli anni precedenti la pandemia, quando le imprese marchigiane diminuivano ma quelle guidate da donne crescevano. Per aiutarle a superare la crisi pandemica servono non solo puntuali e adeguate misure di ristoro ma anche supporti per la digitalizzazione e misure per facilitare l’accesso al credito delle imprese femminili, attraverso un rifinanziamento di Uni.Co e degli altri Confidi marchigiani. Inoltre le imprenditrici chiedono la incentivazione degli strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa”.

I problemi principali per le imprese femminili sono accesso al credito e liquidità. Secondo Unioncamere, con dati elaborati poi dal Centro studi Cna Marche, il 38 per cento delle imprenditrici ha denunciato problemi di liquidità, il 18 per cento di accesso al credito. Oltre la metà delle imprese ha avuto una riduzione del fatturato nel 2020. Solo il 29 per cento pensa nel 2021 di tornare ai livelli pre-covid, per il 29 per cento bisognerà attendere il 2022, il 10 per cento vede la ripresa solo nel 2023.

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