L’Unione Agroalimentare Cna Marche è stata esclusa dal Tavolo Verde convocato dalla Regione Marche, dove si decideranno tra l’altro i nuovi distretti del cibo regionali. Ma cerca comunque di interloquire con l’assessore Carloni.
Il presidente di Agroalimentare Cna Marche Francesca Petrini specifica: “E’ un errore aver previsto nella delibera della Giunta regionale che promuove l’istituzione dei distretti del cibo, un limite minimo di 70 milioni di euro per poter istituire un biodistretto. Un parametro enorme, se si pensa alla dimensione piccola e media delle imprese del biologico marchigiano. Se la normativa restasse questa, ci sarebbe spazio per un solo distretto biologico in tutte le Marche. Uno scenario che sarebbe in contraddizione con la ‘ratio’ della normativa nazionale. Iniqua anche la previsione, come condizione istitutiva del biodistretto, di una superficie agricola utilizzata per le coltivazioni biologiche (SAU) del 51 per cento. Sono considerazioni che avremmo voluto avanzare al Tavolo Verde ma non siamo stati invitati a parteciparvi. Speriamo che la Regione Marche, prima di decidere, trovi il tempo e il luogo, per allargare il confronto a noi e a tutte le realtà dell’agroalimentare marchigiano”.
Aggiunge: “Siamo convinti che i distretti del cibo rappresentino un modello di sviluppo per l’intera filiera agroalimentare i cui obiettivi di sicurezza alimentare e aumento della sostenibilità della produzione sono valori anche della nostra azione di rappresentanza”.
La contestata delibera di Giunta regionale promuove la costituzione dei distretti del cibo istituiti dalla legge 205/2017, al fine di promuovere lo sviluppo territoriale, le attività agroalimentari locali, diminuirne l’impatto ambientale salvaguardando al contempo il territorio e il paesaggio rurale. Nel biologico delle Marche sono attive più di 2.500 aziende con circa 90 mila ettari coltivati e rappresentano il 4,6% della Sau bio in Italia.