Confesercenti Sicilia: saldi, incassi meno del 50 per cento rispetto al 2020

Saldi

Crollo degli incassi superiore al 50 per cento rispetto all’anno scorso. È questa la situazione fotografata da Confesercenti Sicilia dopo la prima settimana di saldi. Il sondaggio ha riguardato 70 aziende dell’isola nel settore abbigliamento e calzature, che hanno ricevuto un questionario composto da otto domande. Sono tutte imprese che hanno un ruolo non marginale per via del numero di dipendenti, dei punti vendita e del volume d’affari (superiore al milione di euro).

Il 70 per cento delle aziende opera nelle città metropolitane di Messina, Palermo e Catania, il 30 per cento ad Agrigento e Ragusa. La prima domanda riguardava l’andamento dei saldi: negativo, estremamente negativo e sufficientemente positivo. Tutti hanno scelto le prime due opzioni, per 7 commercianti su 10 si tratta di un andamento estremamente negativo. Per quel che riguarda le perdite, il 65 per cento ha risposto oltre il 50 per cento, il 35 per cento entro il 50 per cento.

Vittorio Messina, presidente della Confesercenti Sicilia, commenta questi risultati: “Sono estremamente preoccupanti. Specie perché siamo all’avvio di quello che sempre più appare come un nuovo lockdown e che colpirà ancora una volta il settore dell’abbigliamento e calzature che fino ad oggi non è stato tenuto nella giusta considerazione in fatto di ristori. Sono stime che pesano sul presente e che creano grosse nubi all’orizzonte per la ripresa”.

Il 69 per cento degli intervistati teme di dover adottare misure aziendali estreme come riduzione del personale e/o chiusura di punti vendita; il 12 per cento fa sapere di aver già chiuso un ramo d’azienda. ‘L’83 per cento dice che la Regione dovrebbe farsi sentire maggiormente presso il Governo. Potrebbero essere utili al comparto misure straordinarie come la rottamazione delle scorte in magazzino (35 per cento), il prolungamento dei saldi (29,4 per cento) e altre misure (44 per cento). In cima alla lista ci sono finanziamenti a fondo perduti e riduzione delle tasse locali.

L’arrivo del vaccino non sembra rassicurare gli imprenditori: il 58,8 per cento si dice sfiduciato rispetto al 2021, il 38,2 per cento è moderatamente fiducioso e c’è anche un 3 per cento che si professa ottimista.

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