Stefania Proietti: “Cinque anni straordinari”

Stefania Proietti primo sindaco donna di Assisi. A quasi cinque anni dall’inizio del suo mandato, può raccontare l’esperienza: “Sono stati anni straordinari, nel senso che sono stati fuori dall’ordinario. Stiamo vivendo una delle crisi più grandi dal dopoguerra in avanti, nel 2016 c’era l’emergenza terrorismo e poi è arrivato il terremoto. E adesso il covid. Il mio mandato in ‘tempo di pace’ è stato dunque molto meno di cinque anni. Ma voglio ricordare anche ciò che di positivo è accaduto. Abbiamo avuto tre volte la visita di Papa Francesco, mai successo con un pontefice sotto lo stesso sindaco. Addirittura un’enciclica è stata firmata qui, per la prima volta nella storia. Il presidente del Consiglio è stato ad Assisi 5-6 volte, sono arrivati i grandi della terra come il re di Giordania, Angela Merkel e il presidente della Colombia Juan Manuel Santos, due volte il presidente della Repubblica. Sono stati cinque anni con una costante: noi siamo stati i protagonisti di una ricostruzione fatta bene, nonostante la crisi del turismo. Come dico io, del sisma del 2016, noi siamo stati l’epicentro del grande danno indiretto che ha colpito l’economia. Sempre il Papa ha scelto Assisi come città messaggio. Siamo stati testimoni di eventi eccezionali e di anniversari: i 30 anni dallo Spirito di Assisi, gli 800 anni dal Perdono, i 20 anni dal terremoto del 1997. Per me è stata un’esperienza bella e difficile perché Assisi non è una città come tutte le altre, ha una dimensione troppo grande. Se mi guardo indietro, vedo lo sforzo di una squadra che ha creduto in quello che ha fatto; ha portato avanti il programma di mandato nonostante le difficoltà. Non dimentichiamo che Assisi ha 28 mila abitanti, ma si estende su quasi 200 chilometri quadrati e conta 20 frazioni. Abbiamo dato molta attenzione al territorio, all’edilizia scolastica con milioni di euro di investimenti. Assisi però è anche città del mondo. Siamo stati in grado di dare attenzione al cittadino e alle cose che può toccare con mano, ma anche a sviluppare il respiro internazionale della città. Abbiamo recuperato tutti i nostri gemellaggi, da Betlemme a San Francisco”.

Assisi è stato il primo centro umbro ad approvare il bilancio preventivo del 2021: “E’ successo il 22 dicembre, una cosa eccezionale, un atto importantissimo nonostante la pandemia. Significa che il Comune ha mantenuto la barra dritta. Nel bilancio c’è il documento unico di programmazione: pensi che sui 250 obiettivi di mandato contenuti nel Dup, ne abbiamo realizzati l’85 per cento. E il bilancio preventivo è utile anche per finalizzare il restante 15 per cento. Abbiamo dato risposte, si è visto un cambio di marcia in questi cinque anni. Lo dico rispettando il passato e chi è venuto prima di me. Tanto è vero che abbiamo anche proseguito alcune iniziative iniziate prima del mandato, dando poi più attenzione al centro e alle periferie per evitare che siano tali. Ancora non ho annunciato se mi candiderò, ne stiamo parlando. Tutto quello che è successo mi dà la motivazione ad andare avanti ancora di più. Di sicuro, il prossimo sarà un momento di ricostruzione”. Ancora sul bilancio approvato prima di Natale: “Gli enti pubblici devono avere la forza della programmazione. Una politica chiara permette di raggiungere gli obiettivi. Questa approvazione era un obiettivo prioritario. Dicevo che nel bilancio c’è il 15 per cento di obiettivi che mancano per arrivare al 100 per cento di quelli prefissati nel mandato. Ci sono le opere pubbliche, come i palazzi della cultura che stiamo rimettendo a posto, la Rocca Maggiore. Ci sono gli accordi quadro per l’edilizia scolastica. C’è lo sport, quello indoor. C’è il piano strade, grazie a finanziamenti importanti intercettati in particolare l’anno scorso grazie al ministero delle Infrastrutture e alla Protezione Civile. Inaugureremo la Torre del Popolo, sistemeremo via Patrono d’Italia, davanti alla Basilica. Abbiamo destinato 3,8 milioni di euro al sociale nonostante le minori entrate dovute alla mancanza dei turisti”.

Stefania Proietti ci tiene a essere chiamata sindaco e non sindaca e spiega perché: “Sono ingegnere meccanico, da donna ho vissuto in un mondo di uomini, ho avuto grandi soddisfazioni senza mandare avanti una lettera. Quello che vali va dimostrato sul campo. Privilegio dunque il titolo di sindaco, che è un ruolo di servizio, all’appartenenza a un genere. Posso dire che essere stato il primo sindaco donna mi ha portato ad avere grandissima solidarietà dal mondo femminile, cosa che non capita spesso. Sono molto orgogliosa, resterà nella storia. Abbiamo sempre cercato, con consapevolezza e coraggio, di dare un’impronta che tenesse conto delle politiche della famiglia e del sociale, ma senza tralasciare ciò che è concreto, come i cantieri”.

Assisi guarda avanti: “Assisi 2020 è prospettiva di rinascita. Sono 10 punti, tra cui le scuole che diventano centrali, gli investimenti per la centralità di bambini e ragazzi dopo la pandemia. C’è il valore della bellezza che potrà salvarci, come il presepe di luce, gli affreschi di Giotto proiettati sulle facciate pù belle dei palazzi, che sta avendo un’eco mondiale. Il welfare sociale che torna centrale. Il nuovo modo di fare turismo: avevamo già individuato il ridirezionamento dei flussi e app per fare sentire sicuro il turista che torna. Un decalogo per non piangerci addosso”.

Importante sottolineare l’attenzione alle fasce più deboli e la legalità: due parole d’ordine nel vocabolario dell’amministrazione: “Abbiamo concesso un finanziamento straordinario, a causa del covid, alla casa di riposo per sopperire alle maggiori spese e alle minori entrate. Quando sono diventata sindaco, l’Hotel Subasio – che è di proprietà della casa di riposo – era gestito da un soggetto con interdittiva antimafia. Il primo atto da sindaco è stato di revocare la licenza a questo soggetto; poi, dopo tre anni di battaglie legali, l’albergo è tornato nella piena disponibilità della casa di riposo. Abbiamo rifirmato con il prefetto il protocollo di legalità. Purtroppo il rischio di infiltrazioni mafiose, accentuato dalla pandemia, ad Assisi c’è. Noi abbiamo sempre combattuto, ho voluto creare un assessorato alla legalità che è appannaggio del mio vice sindaco”. Altri due argomenti caldi sono l’aeroporto e l’ospedale: “Sul primo c’è stata una mia battaglia sulla scuola di volo per riportare ad Assisi il turismo internazionale, l’ospedale è imprescindibile per noi, averlo qui e pienamente funzionante”.

Assisi si promuove eccome: “Pur con il coronavirus, siamo riusciti a portare qui Che Dio ci aiuti, la fiction che dal 7 gennaio sarà in prima serata su RaiUno. Le scene sono state girate prima e dopo la prima ondata. Assisi non è mai stata così al centro dell’attenzione mondiale come negli ultimi cinque anni. E per questo ringraziamo Papa Francesco, naturalmente, ma non solo. Stiamo sempre molto attenti alla sostenibilità, come si può vedere dall’operazione del Parco alla raccolta differenziata. Abbiamo investito per anni, in questo 2020 ho anche ridotto la Tari, e siamo a oltre il 75 per cento di differenziata quando all’inizio del mio mandato la percentuale era del 59 per cento. Siamo Comune riciclone tra quelli oltre i 25 mila abitanti, i più virtuosi in Umbria. E non scordiamo che noi gestiamo anche l’immondizia dei cinque milioni di turisti annuali. Abbiamo anche firmato il Patto dei Sindaci, con un piano per ridurre le emissioni di Co2 del 40 per cento entro il 2030 su tutto il territorio”.

Tanto è stato fatto, tanto c’è da fare. Assisi è autentica vetrina umbra e mondiale. Una città che va amministrata al meglio. Anche nei prossimi cinque anni.

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