Salvi (Cna Cinema Marche): “L’Italia senza cinema può resistere pochissimo”

Cinema e teatri chiusi, l’Italia rimpiange lo svago e la cultura. Claudio Salvi, responsabile di Cna Cinema Audovisivo delle Marche, illustra la situazione dal punto vista non solo economico.

“Prima del Covid, dati alla mano, nelle Marche entravano al cinema 1 milione e mezzo di spettatori all’anno, pari a circa 10 milioni di euro. Ma è solo una parte di quello che questo settore ha perso con la chiusura delle sale. Già, perché la chiusura dei cinema significa anche meno possibilità per il settore marchigiano di poter mostrare le proprie produzioni. E dunque se non attraverso le piattaforme digitali, alle quali in pochi possono ancora accedere. Ed in questo senso Cna Cinema Marche ha già avviato un interessante esperimento con Amazon Prime. Sono già presenti, sul bouquet della piattaforma, diversi titoli di imprese marchigiane”.

Il settore chiede al Governo diverse misure per poter sostenere un comparto in apnea: “Al Governo chiediamo misure di sostegno come per tutte le altre categorie di imprese: industrie, ristorazione, acconciatura, etc. L’industria culturale in Italia non viene considerata mai bene primario ma è un errore gravissimo. Il benessere dello spirito in questa fase conta molto più di tante altre azioni. Ma il settore del cinema non vuole elemosine, contentini quanto misure certe che guardino già al domani, al futuro, alla ripartenza. E dunque misure di sostegno alla produzione, alla ripartenza delle sale, alla loro ristrutturazione, alla formazione. C’è bisogno di cinema in Italia”.

L’allentamento delle misure in estate, anche nelle Marche, aveva permesso di rivedere la luce in fondo al tunnel, come riporta Salvi: “Era riesplosa la voglia di cinema. Le arene all’aperto si erano riempite ma, vuoi i costi per gli allestimenti, vuoi i prezzi popolari (dettati dall’esigenza di riportare il pubblico davanti agli schermi), il bilancio economico è stato quasi a pareggio. Ma per gli esercenti che hanno avuto la forza di riprovarci è stata una iniezione di ottimismo e di positività. La gente per fortuna ha ancora voglia di emozionarsi, di vedere belle cose e di continuare a sperare”.

Cna Cinema Marche, pur essendo un’associazione giovane, è una bella realtà nel nostro Paese: “In appena un anno di vita abbiamo associato oltre 120 imprese del settore (oltre un terzo del totale). Si tratta di imprese attive e strutturate ma anche di singoli autori, professionisti, addetti ai lavori. La bellezza del mondo rappresentato da Cna Cinema è che tra queste imprese troviamo rappresentata tutta la filiera: dai registi agli sceneggiatori; dai fonici ai truccatori; dai costumisti agli esercenti; dai distributori ai fornitori attrezzature per il settore. Insomma un caleidoscopio di mestieri e professioni della settima arte che ci rendono particolarmente orgogliosi e ai quali vogliamo dare risposte, rappresentanza, risorse certe e progetti. In questo senso stiamo lavorando attivamente con le istituzioni regionali e nazionali. Per Cna Cinema insomma è iniziato un viaggio fantastico”.

Tante sono le iniziative in atto e quelle in programma: “Ne abbiamo già fatte nella prima fase di lockdown con “Fuori Tutti” Artisti delle Marche in rete per R(E)sistere, un format che era niente altro che un contenitore delle arti (cinema, teatro, musica, spettacolo), che ha offerto un palcoscenico virtuale (gratuito) a tutti gli artisti marchigiani e che è stato trasmesso sui social della Cna e su otto emittenti televisive delle Marche, dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo. Siamo pronti a partire in questi giorni con una nuova serie di puntate”.

Salvi chiude facendo un vero e proprio appello a chi è nelle istituzioni per aiutare un settore che è indispensabile nel nostro Paese: “L’Italia senza cinema e teatri può resistere pochissimo. Non solo per un mero conto economico (e questo settore produce migliaia di posti di lavoro). Vede, il benessere dello spirito e della mente che si nutre di arte e di emozioni si riflette non solo su ognuno di noi ma contribuisce a rendere migliore la nostra società. Chiudere un teatro o spegnere lo schermo di un cinema significa rendere questo mondo più piccolo e non serve a spegnere le paure e i pregiudizi. Tra l’altro teatri e cinema si sono dotati di tutte le misure di sicurezza necessarie e dunque è molto più sicuro andare al cinema che salire su un autobus che entrare in un bar o passeggiare per la strada”.

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