Alessandra Ripa: “Con l’offerta formativa SFPID, offriamo un percorso teorico-pratico ai nostri specializzandi in Psicoterapia”

Alessandra Ripa - SFPIDAlessandra Ripa - SFPID

“Il programma didattico della Scuola di Formazione di Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico (SFPID) si articola in quattro anni, ognuno dei quali inizia a gennaio e termina a novembre. Le lezioni si svolgono una volta al mese, con l’esclusione di agosto, dal venerdì alla domenica, secondo un calendario definito a dicembre, per permettere agli allievi di organizzare i propri impegni. Prima di ogni weekend intensivo, gli allievi ricevono il programma dettagliato delle lezioni e, subito dopo, del materiale utile a supportare lo studio. Sin dal primo anno, l’offerta formativa SFPID integra l’aspetto teorico con la clinica. Nel primo biennio, introduce gli allievi al linguaggio tecnico, al modello e alla diagnosi associativa; nel secondo, invece, tutta l’attenzione è orientata sul trattamento psicoterapeutico. La partecipazione, fin dall’inizio, alle supervisioni cliniche di gruppo, insieme alle lezioni teorico-pratiche, permette agli allievi di entrare subito nel vivo della professione. Tra gli insegnamenti del biennio, ‘Psicodiagnostica clinica’ si prefigge di favorire l’acquisizione di specifiche competenze, tra cui saper redigere un referto sulla base dei dati emersi dalla somministrazione di una batteria di test”.

Così la Professoressa Alessandra Ripa introduce l’offerta formativa della Scuola di Formazione di Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico – SFPID, di cui è la direttrice.

“Poiché i nostri allievi si specializzano come Psicoterapeuti Individuali e di Gruppo, l’offerta formativa della SFPID prevede, sin dal primo anno, l’Analisi di gruppo e lezioni di ‘Teoria dell’Analisi di gruppo’. Le lezioni, l’analisi di gruppo, le supervisioni cliniche di gruppo, i convegni e i seminari, per quanto fondamentali, non bastano” – afferma la direttrice Alessandra Ripa. “Essenziale, nella formazione di ogni terapeuta dinamico, è la psicoterapia personale, da effettuarsi, sin dal primo anno, con un terapeuta dinamico o uno psicoanalista, esterno alla SFPID. Il MIUR prevede, inoltre, lo svolgimento, ogni anno, di un tirocinio presso enti pubblici o privati accreditati. E la scuola ha convenzioni su tutto il territorio nazionale.

A partire dal III anno di corso, facoltativamente, ma obbligatoriamente dal IV anno, gli specializzandi SFPID intraprendono percorsi di psicoterapia con pazienti, assegnati loro dal Centro Clinico Neverland, con cui la scuola collabora, o dai tutor di tirocinio. Possono farlo, però, solo se supervisionati, ogni quindici giorni, da un didatta della Scuola, che, appartenendo al modello SFPID, conduce l’allievo nel metodo, permettendogli di acquisire e affinare gli strumenti clinici indispensabili per la futura professione. Uno dei casi seguiti durante il quarto anno sarà oggetto della Tesi di Specializzazione, discussa davanti a un’apposita Commissione. Ottenuto l’esito positivo, l’allievo riceverà il Diploma di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico Individuale e di Gruppo per adulti, che lo abilita all’esercizio della professione”.

“Dal momento che uno degli strumenti cardine dello psicoterapeuta è il setting – conclude la Professoressa Ripa – reputo fondamentale che la SFPID offra agli allievi un setting solido e affidabile da interiorizzare e a cui appoggiarsi durante gli anni di formazione. Per questo, gli spazi condivisi sono curati, gli orari di inizio e fine lezione rispettati, i programmi definiti dal Consiglio dei Docenti, eventuali imprevisti, quali l’impossibilità di un docente a svolgere la lezione come da programma, gestiti in modo che la classe non rimanga scoperta, specifiche esigenze valutate con attenzione. E questo perché la relazione con ciascuno dei nostri allievi sia sempre improntata al rispetto della persona e della formazione. Cura, attenzione, professionalità è ciò che tutto il corpo docente offre agli allievi; in cambio, però, chiede loro impegno e dedizione, perché la SFPID, sentendo tutta la responsabilità di abilitare alla professione di psicoterapeuta, non è, e mai sarà, un ‘diplomificio’”.

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