Umbria arancione, Confagricoltura Umbria: “Attenzione sul settore agricolo”

Le istituzioni devono porre attenzione al settore agricolo dopo che l’Umbria è diventata arancione per l’emergenza sanitaria. A dirlo è Confagricoltura Umbria che spera che le misure possano essere il meno impattanti possibile sul mondo agricolo regionale.

I provvedimenti, che al momento hanno durata fino al prossimo 3 dicembre, incidono in particolare sui prodotti alimentari e sulla loro commercializzazione. Attenzione quindi ai settori dell’agroalimentare costretti alla chiusura (bar e ristoranti), che potranno proseguire solamente con l’attività di asporto.

Il presidente regionale di Confagricoltura, Fabio Rossi, fa eco al presidente nazionale Massimiliano Giansanti, che ha inviato una lettera al commissario Ue all’Agricoltura e sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski, sollecitando altre risorse finanziarie oltre che un significativo aumento dei massimali per la concessione degli aiuti pubblici nell’ambito del regime straordinario varato dalla Commissione.

Dice Rossi: “La durata e l’intensità della crisi deve portare tutti ad approfondire l’esame sulle prospettive dei mercati agricoli, con l’obiettivo di salvaguardare la stabilità e l’efficienza anche delle imprese della nostra regione”. L’impatto delle nuove misure sarà infatti rilevante, visto e considerato che i consumi extradomestici, a livello nazionale, ammontano a 80 miliardi di euro l’anno, il 30 per cento del totale. L’estate scorsa Ismea aveva calcolato una contrazione del fatturato di 34 miliardi di euro alle ripresa delle attività.

L’associazione pensa che servano più risorse finanziarie rispetto a quelle già stanziate, pari a 80 milioni di euro, perché bisogna limitare le difficoltà su una filiera che ha un fatturato annuale di 540 miliardi di euro. L’incremento dei consumi domestici non sarà sufficiente a coprire i mancati introiti derivanti dalla chiusura di bar e ristoranti. “Questa complessa situazione richiede di intervenire adeguatamente per compensare le mancate vendite da parte dei produttori dell’agroalimentare agli operatori della filiera della ristorazione”. Non va meglio negli agriturismi, dove si registra una perdita di fatturato pari al 70 per cento, con migliaia di lavoratori a casa.

Secondo la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, gli umbri fuori casa consumano prevalentemente prodotti ortofrutticoli, della panetteria, olio d’oliva, uova e il vino, presente nelle metà delle cene fuori casa, ma anche nei bar, nelle enoteche e negli altri pubblici esercizi costretti a chiudere prima.

Niccolò Barberani, presidente della sezione vino di Confagricoltura, spiega bene la situazione dopo il provvedimento ‘riduzione rese’ uscito alla vigilia delle vendemmie: “Sono avanzati infatti circa 51,9 milioni di euro. Tale avanzo è dovuto alla evidente inadeguatezza della forma e dell’attuazione del provvedimento. I fondi non utilizzati verranno ridistribuiti per aiuti anche in altri ambiti al di fuori dell’agricoltura, davvero un grande spreco di risorse importanti. Riteniamo che sia una sconfitta per tutto il settore vino italiano”.

Barberani ricorda poi che è in fase di formulazione un nuovo decreto sugli aiuti allo stoccaggio dei vini nelle aziende: “Riteniamo possa essere una favorevole misura di sostegno alla luce di questa seconda chiusura che porterà un nuovo aumento delle giacenze di vino nelle nostre cantine, ma la lettura delle bozze ministeriali ha evidenziato delle caratteristiche molto negative: somme irrisorie di sostegno; modalità di presentazione domande a tempo che non vanno a privilegiare i meriti delle aziende; vincoli complessi e di difficile attuazione; un chiaro indirizzo a privilegiare aziende di grandi dimensioni, sottolineando che si dà più valore alla quantità che alla qualità dei nostri prodotti”.

Misure dunque che non andranno ad aiutare le attività, secondo Confagricoltura Umbria: “Chiediamo pertanto alla Regione di essere protagonista nel rilancio della vitivinicoltura umbra, con sostegni mirati e concreti ai nostri viticoltori in un momento così delicato e difficile” conclude Barberani.

Altro settore da mettere sotto i riflettori è quello dell’olivicoltura. Ci sarà un contraccolpo molto forte perché questo è il periodo in cui inizia la nuova stagione. Lo sottolinea il presidente della sezione di Confagricoltura Umbria, Marco Viola: “In Umbria la materia prima quest’anno è di grande qualità anche se la resa è poca. Dal punto di vista della produzione quindi tutto va bene ma i problemi arrivano specialmente per il settore dell’Horeca. Quindi c’è preoccupazione per come risponderà il mercato, con alcune variabili “positive” come l’E-commerce, la Gdo e i privati che possono sopperire la parziale chiusura di ristoranti e altre attività del comparto. Un mercato alternativo che però non copre del tutto la perdita e quindi si auspicano ‘ristori’ che possano venire in aiuto almeno in parte”.

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