Luna park: categoria in ginocchio

I luna park chiedono aiuto visto che per loro il lockdown non è mai finito. I Comuni continuano ad annullare diverse centinaia di tradizionali ‘giostre’ autunnali nonostante ci sia il rispetto delle linee governative e dei piani di sicurezza con la presenza degli steward e la corretta gestione del pubblico.

Stiamo parlando di una categoria assolutamente in ginocchio che non ha risorse per affrontare l’inverno. Non solo: in assenza dei luna park, i Comuni non concedono alle abitazioni mobili degli esercenti di sostare sul territorio, con ripercussioni gravi sulla scolarizzazione dei minori in quanto non viene più rispettato il calendario degli spostamenti a seconda delle manifestazioni.

“È indispensabile che il Mibact e l’Anci si attivino per garantire la possibilità di effettuare i luna park e sostenere un settore che è in enormi difficoltà – ha dichiarato Ferdinando Uga, presidente di Anesv, l’Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti – a causa di continui annullamenti di manifestazioni, che vengono decisi sulla base di generiche argomentazioni. Le Linee guida sono state emanate proprio per riaprire le attività economiche, ma i sindaci stanno negando il diritto al lavoro delle imprese che svolgono attività di spettacolo viaggiante”.

Sono circa 5 mila le imprese e le famiglie degli esercenti spettacoli viaggianti itineranti che sono senza lavoro da metà del marzo scorso; il 2020 si chiuderà con una media di 50 giornate di attività, inferiori di molto rispetto agli anni scorsi. Eppure, i luna park si svolgono in luoghi aperti e spazi ampi, è dunque possibile rispettare il distanziamento e l’obbligo della mascherina. Alcuni sindaci sensibili alla tematica hanno permesso lo svolgimento di luna park a Bergamo, Torino e Prato, ma è poco.

“Siamo molto preoccupati – conclude Uga – per la annunciata emanazione di nuovi provvedimenti che limiteranno le manifestazioni all’aperto. Il luna park è un’attività di cultura e spettacolo popolare che si svolge in piena sicurezza, nel rispetto delle linee guida nazionali e degli specifici protocolli approvati dall’autorità sanitaria”.

A molti luna park la legge italiana ha riconosciuto la funzione sociale, ma vengono annullati con motivazioni generiche sull’epidemia in atto, nonostante un parco divertimenti temporaneo o permanente non sia mai stato luogo di contagio grazie alla professionalità dei gestori e all’attuazione di linee guida e protocolli.

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