Qualità sopra alla media, ma prezzi più bassi delle attese. Questo l’esito della raccolta delle nocciole secondo i produttori di Cuneo. Confagricoltura Cuneo, di fronte a questo scenario, ha chiesto alla Regione Piemonte a promuovere un’azione condivisa tra tutti gli attori della filiera, istituendo al più presto un tavolo regionale.
“Dalle rilevazioni dei nostri tecnici sul territorio e dalle comunicazioni di numerosi nostri associati, le rese, seppur maggiori rispetto allo scorso anno, si presentano a macchia di leopardo a seconda degli areali di produzione – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –; ciò fa supporre che a fine campagna saremo ampiamente al di sotto dei 300mila quintali di prodotto inizialmente stimati. Rispetto alle quotazioni di queste settimane, inoltre, siamo su valori assolutamente non adeguati a remunerare il lavoro di una filiera di elevata qualità come quella della nocciola piemontese. Tuttavia, per riuscire a renderla meno soggetta alla volatilità del mercato occorre lavorare per rafforzarla e strutturarla sempre meglio, aiutando le aziende produttrici a gestire il prodotto direttamente o attraverso una maggior aggregazione alle OP operanti sul territorio”.
“Considerata la situazione attuale, ma soprattutto immaginando un futuro più stabile per il comparto corilicolo piemontese, chiediamo un intervento diretto della Regione affinché riunisca tutti gli attori in campo e promuova un tavolo regionale della frutta in guscio che possa programmare lo sviluppo futuro del settore, facendosi anche portavoce delle istanze piemontesi a livello nazionale, dove la nostra regione deve giocare sempre più un ruolo da protagonista – aggiunge Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo – In ultimo, sarà necessario prevedere nel futuro PSR misure ‘ad hoc’ per il comparto corilicolo, così da incentivare la gestione del prodotto direttamente in azienda”.
Produzioni dunque anche quantitative al di sotto delle previsioni, tanto che l’Italia è il maggiore importatore di nocciole dalla Turchia tra l’1 settembre 2019 e il 31 agosto 2020. Il nostro Paese ha superato la Germania, al primo posto addirittura dalla stagione 2009-2010. L’Italia ha importato 87.992 tonnellate di nocciole dal Paese turco, che hanno permesso a questo di realizzare 608.972.498 dollari di fatturato. In Germania sono state esportate 81.599 tonnellate di nocciole (512.869.196 dollari). Al terzo posto si colloca la Francia, con 24.608 tonnellate, quindi Polonia, Olanda, Svizzera, Austria, Canada, Cina e Spagna.
“I paesi della UE continuano ad essere i mercati tradizionali del nostro export, essi infatti acquistano nocciole dalla Turchia dal 1871. Oltre alla Cina, Brasile e India sono paesi dove miriamo ad incrementare le nostre esportazioni” ha detto İlyas Edip Sevinç, presidente del Consiglio di amministrazione di KFMİB.