Marche: secondo trimestre 2020, autorizzate più di 50 milioni di ore Cig

Morde la crisi post pandemia nelle Marche. Nel secondo trimestre del 2020 sono state autorizzate 50.903.503 ore di Cassa Integrazione Guadagni, come emerge dai dati Inps elaborati dall’Ires Cgil Marche. Quelle legate all’emergenza sanitaria sono state 49,5 milioni, a cui poi se ne aggiungono 12,9 milioni di ore riferite a fondi di solidarietà.

Complessivamente, nell’Anconitano, sono state autorizzate 16,2 milioni di ore, in provincia di Pesaro Urbino 12,8 milioni, a Macerata 11,4 milioni, ad Ascoli Piceno e Fermo 10,5 milioni. È l’industria il settore più toccato (37,5 milioni di ore), per il commercio siamo a 8 milioni e per l’edilizia a 3,7 milioni. I settori in cui sono state autorizzate il maggior numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni sono meccanica (16,2 milioni), calzaturiero (5,8 milioni), il legno (4,5 milioni), il chimico-plastico (3,6 milioni) e l’abbigliamento (2,2 milioni).

Elisa Marchetti, Ires Cgil Marche, commenta: “Questi dati offrono una misura significativa della gravità della situazione nelle Marche. Basti pensare che, in questi tre mesi, le ore autorizzate di CIG sono state superiori a quelle dell’intero 2013, l’anno peggiore della storia nella nostra regione, in cui erano state erogate 50,3 milioni di ore”.

Giuseppe Santarelli, segretario regionale della Cgil Marche, aggiunge: “I beneficiari delle misure di Cassa Integrazione con causale covid-19 nella nostra regione sono stati, fino a giugno, quasi 200 mila; se si considerano anche i beneficiari dei fondi di solidarietà e dell’artigianato, si arriva a quasi 300 mila. Data l’eccezionale gravità della situazione, l’uscita del decreto Agosto è una necessità urgente, con la ferma convinzione sia indispensabile l’estensione degli ammortizzatori sociali e del blocco dei licenziamenti per almeno tutto l’anno. E’ inoltre necessario prevedere un intervento strutturale a favore di tutti quei lavoratori esclusi dagli ammortizzatori sociali tradizionali, che sono stati proprio i primi ad essere espulsi dal mercato del lavoro in questa situazione”.

“Senza la previsione di risorse consistenti per i lavoratori colpiti e di interventi di ampio respiro e di lunga durata, l’emergenza lavoro non potrà essere contenuta”.

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