Ecobonus e sismabonus: rischio preventivo gonfiato e lavoro nero

Edilizia

Quali rischi dal Decreto rilancio che istituisce ecobonus e sismabonus? Due in particolare: i preventivi gonfiati e il lavoro nero. I critici sostengono infatti che il decreto non combatta il lavoro abusivo, ostacolando anche l’impegno alla riduzione del fabbisogno energetico delle famiglie. C’è poi il rischio di sprecare il denaro pubblico, dal momento che il cittadino non ha più incentivi a cercare sul mercato la migliore offerta qualità/prezzo; infine, come detto, alcuni potrebbero avere la tentazione di presentare preventivi gonfiati.

Stiamo parlando del super bonus del 110 per cento per efficientamento energetico e adeguamento sismico. Una misura messa in cantiere per rilanciare l’edilizia dopo l’emergenza sanitaria causata dal covid-19. Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, a Business Insider dichiara: “La misura sembra seguire la logica degli interventi a pioggia non vincolati a chiari obiettivi di risparmio energetico delle famiglie e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Inoltre, non si fa nulla per contrastare il sommerso: chi vuole sistemare casa usufruendo del super bonus potrebbe affidarsi, magari senza saperlo, a ditte che impiegano lavoratori irregolari. Il decreto dovrebbe invece vincolare gli incentivi pubblici alla presentazione di un certificato di regolarità e congruità lavorativa”.

Continua Genovesi: “Secondo i dati del ministero del Lavoro, sono 400 mila gli irregolari nell’edilizia, il 90 per cento riguarda chi è occupato nel settore privato, che poi gode di questi incentivi che pesano sulle casse statali. Considerata la situazione, bisognerebbe prevedere anche per il godimento di queste agevolazioni per lavori privati una regola simile a quella stabilita dall’articolo 105 comma 16 del Codice degli appalti che, per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso, prevede la verifica della congruità dell’incidenza della manodopera relativa allo specifico contratto affidato”. In pratica, la quantità di persone impiegate deve essere adeguato alla categoria di lavorazione e all’importo dichiarato per il cantiere: “Secondo le stime del ministero del Lavoro, se solo il 50 per cento di chi beneficia degli incentivi applicasse il Durc di congruità, emergerebbero 900 milioni tra salari, contribuiti e tasse non versate”.

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