Imprese delle Marche: 2 su 3 preoccupate per il futuro

Sono preoccupati gli imprenditori marchigiani. Due su tre guardano con timore al futuro. Un sentimento che diventa angoscia per il 14,7 per cento e smarrimento per il 6,5 per cento. Ma un imprenditore su dieci esprime fiducia e c’è anche un 3,4 per cento di inguaribili ottimisti.

“La preoccupazione” afferma il segretario Cna Marche Otello Gregorini “è più che giustificata. Infatti si avranno ricavi quasi dimezzati nel 2020 per le imprese marchigiane. E’ quanto risulta da una nostra indagine su un campione di 726 imprese di tutti i settori della produzione e dei servizi. I comparti più penalizzati, con perdite superiori al 50 per cento sono il turismo, la moda, il commercio, i servizi alle imprese e il food.. Addirittura per il turismo, una impresa su cinque prevede un crollo del fatturato del 70 per cento”.

Giudizio critici sui provvedimenti economici dei decreti Cura Italia e Liquidità. “Il nervo scoperto degli imprenditori marchigiani” secondo Gregorini “è il credito. Oltre il 70 per cento esprime un giudizio negativo o molto negativo sui provvedimenti varati dal Governo sul tema del credito e liquidità, contro il 14 per cento delle risposte positive. Se il 58 per cento ha presentato domanda per i prestiti garantiti dallo Stato (il 39,4 fino a 25 mila euro), nel 91,7 per cento dei casi la richiesta non è stata ancora accettata dalla banca. Dati che dimostrano come avevamo ragione a temere la burocrazia degli istituti di credito e a chiedere un maggior coinvolgimento dei Confidi”.

Soltanto per la moratoria sui finanziamenti (33,1) e per la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi (35,7) oltre un imprenditore su tre ha espresso apprezzamento per le misure realizzate, Una percentuale che scende al 27 per cento per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali. Un’impresa su due ha fatto ricorso alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi mentre il 73,4 per cento ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Il 53 per cento li ha utilizzati per sospensioni dell’attività a zero ore. La moratoria sui finanziamenti è stata richiesta dal 51 per cento del campione. Ad averla ottenuta il 27,7 per cento delle imprese mentre nel 20,7 per cento dei casi è ancora in fase istruttoria.

A chiedere il bonus di 600 euro previsto per il mese di marzo è stato l’84,8 per cento del campione. “Ora” sostiene Gregorini “servono contributi a fondo perduto per le micro e piccole imprese, che hanno minori potenzialità di recuperare il fatturato perduto in questi mesi chi chiusura e la sospensione di tasse e imposte statali e locali fino alla fine dell’anno”.

Nei mesi di marzo e aprile il 70,5 per cento degli imprenditori intervistati dalla Cna ha sospeso completamente l’attività mentre il 6,7 per cento ha operato solo con le consegne a domicilio. A lavorare è stato solo il 17,8 per cento del campione a cui si aggiunge il 4,9 per cento, che lo ha fatto previa comunicazione al Prefetto.

Oltre il 60 per cento, in questa fase della ripartenza, sta adeguando la sua impresa alle nuove disposizioni per la prevenzione dei rischi di contagio da Covid 19. Disposizioni che per un imprenditore su due provocheranno un rallentamento e una riduzione dell’attività mentre il 36,7 per cento si aspetta maggiori costi di gestione e nuovi investimenti.

Cessata l’emergenza covid, gli imprenditori delle Marche intendono far tesoro di questa esperienza. Il 77 per cento investirà sulla sicurezza. Ma le imprese continueranno anche a potenziare reti e digitalizzazione (35,9) oltre a vendite e acquisti on line (27,4 per cento).

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