Giovani imprenditori Confartigianato Liguria: lockdown, fatturato dimezzato

I Giovani imprenditori di Confartigianato Liguria hanno effettuato un sondaggio sugli effetti del coronavirus sulle imprese italiane guidate da imprenditori sotto i 40 anni. Il risultato è un fatturato dimezzato e un raddoppio dei mancati pagamenti. Il sondaggio è stato condotto tra il 10 e il 17 aprile su 566 imprenditori di tutta Italia, soprattutto artigiani del Nord.

Il 74% delle aziende guidate da giovani artigiani ha dovuto chiudere a causa del lockdown, gli incassi sono scesi; il 58% degli intervistati ha fatto sapere che a marzo la sospensione dell’attività ha causato una riduzione del 50% del fatturato rispetto a marzo del 2019; per il 21%, il fatturato è calato di più del 90%. Per rispondere alla crisi di denaro liquido, il 32% ha riorganizzato i costi aziendali e i pagamenti ai fornitori, il 18% ha attivato misure di sospensione e allungamento delle rate dei mutui e dei prestiti, come previsto dalla moratoria Abi.

Per il 58% degli imprenditori, i mancati pagamenti e gli insoluti sono raddoppiati rispetto a dodici mesi fa, il che ha portato il 61% dei giovani artigiani a ricorrere al credito per più di 25 mila euro.

Matteo Petta, rappresentante regionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Liguria, commenta: “In questa situazione di grave emergenza, come emerge dal sondaggio, a preoccuparci maggiormente è una crisi di liquidità senza precedenti: le nostre imprese continuano a sostenere costi a fronte di ricavi pari a zero. E non sempre le banche rispondono positivamente alle nostre
richieste di credito. A ciò, con la fase 2 alle porte, si aggiunge la preoccupazione per la gestione burocratica della prevenzione in azienda, nonché per gli ulteriori costi da sostenere per assicurarne una sanificazione completa. Chiediamo di essere messi nelle condizioni per poter garantire la riapertura in sicurezza e salvaguardare tutti i posti di lavoro ai nostri collaboratori. Solo così, una volta che l’emergenza sanitaria sarà conclusa, potremo ripartire più forti e motivati di prima”.

La carenza di liquidità sempre più progressiva spaventa il 18% degli intervistati, il 31% è impaurito dalla burocrazia pesante nella gestione delle norme per la prevenzione e la diffusione del virus e per la sicurezza in impresa. Il 19% è preoccupato per i costi di sanificazione periodica, così come un altro 19% per l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, il 17% dalla riduzione degli ordini.

Per ripartire con serenità, il 22% spera nella riduzione della pressione fiscale, il 22% nella semplificazione delle procedure per poter accedere al credito, il 18% nell’aumento delle settimane di cassa integrazione a disposizione.

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