Piccole imprese Marche: 66% ha meno di tre mesi di vita senza aiuti

Due imprese su tre hanno liquidità ancora per meno di tre mesi. Le piccole imprese marchigiane sono letteralmente allo stremo. Serve, urgentemente, l’aiuto statale con le banche e i Confidi: al massimo entro fine maggio. A vivere in modo più drammatico il periodo sono le imprese edili, con liquidità ancora per 2,4 mesi, mentre le manifatturiere arrivano a 2,5 e gli alberghi e i ristoranti a 2,7. Non solo: la produzione ha perso il 20 per cento a marzo.

Otello Gregorini, segretario Cna Marche, dice: “Le avvisaglie della tempesta in arrivo si sono avute con i dati del primo trimestre dell’anno. Alla fine di marzo le imprese marchigiane erano diminuite di 1.621 unità, rispetto al 31 dicembre del 2019. In tre mesi hanno cessato l’attività 4.054 imprese, a fronte di 2.433 nuove aperture. In un anno, tra marzo 2019 e marzo 2020, il sistema produttivo marchigiano ha perso 2.189 aziende. Per evitare un vero e proprio tracollo della nostra economia sono necessari e urgenti interventi di ristoro e indennizzo a fondo perduto a favore delle imprese più piccole per far fronte ai mancati ricavi nel periodo di chiusura e sostenere i numerosi e onerosi costi fissi, a cominciare dagli affitti”.

Il commercio ha visto un’emorragia di 1.073 imprese, l’agricoltura ne ha perse 694; l’uragano ha colpito anche le manifatture, -301, le costruzioni, -328, e i trasporti, – 77, insieme ad alloggio e ristorazione, -26. Tendenza opposta per alcune imprese del settore terziario: attività immobiliari (+107), professionali e di consulenza (+88), servizi di supporto alle imprese (+100), attività artistiche e sportive (+39). Nel manifatturiero, le perdite coinvolgono in particolare la moda, calzature e abbigliamento, ma non va meglio nella meccanica.

Analizzando il calo provincia per provincia, al primo posto c’è Macerata (-530), poi Ancona (-420), Pesaro Urbino (-359), Ascoli Piceno (-171) e Fermo (-141).

Anche nel primo trimestre del 2020 crescono solamente le società di capitali (+595), mentre le cessazioni sono state 566. Ci sono più chiusure per imprese individuali e società di persone. Il saldo negativo tra imprese cessate e nuove imprese, nel primo trimestre dell’anno, è il più alto dell’ultimo quinquennio.

Exit mobile version