Mercato del lavoro in crescita, a novembre 2019, in Umbria come nel resto d’Italia. Il terzo trimestre è stato in controtendenza, dunque, tanto da portare l’occupazione al record storico. L’Aur segnala come sia comunque indispensabile attendere i dati dell’anno per intero prima di fare valutazioni. È davvero tutto oro ciò che luccica? Non dimentichiamo che è calata poco per volta l’intensità lavorativa per occupato, causa rapporti di lavoro a orario ridotto, a carattere discontinuo, di breve durata o a termine.
I tempi indeterminati, comunque, continuano a rappresentare la fetta più grossa di occupati: 8 su 10 nel 2018, in Umbria e in Italia. È stato però il lavoro a termine a fare un grande balzo in avanti. Nella regione, 29 mila lavoratori dipendenti in più nel 2018 rispetto al 2004. metà però con contratto a tempo determinato. In Umbria, l’aumento degli occupati in generale dal 2004 al 2018 (e dei dipendenti, soprattutto), è merito in particolare dei part time, cresciuti del 58,6% e del 70,9% nel lavoro dipendente. In 14 anni, i 25 mila occupati in più a tempo parziale, in Umbria, hanno compensato decisamente i 7 mila occupati a tempo pieno, che hanno perso il lavoro, permettendo una crescita di 18 mila unità. Fenomeno simile in Italia.
La quota degli occupati part time è salita a un quinto del totale: delle 355 mila unità che nel 2018 risultavano occupati, 68 mila hanno un contratto a tempo parziale. È stato soprattutto il lavoro femminile a crescere in questo contesto: nel 2018, a lavorare con part time, era una donna sui tre (oltre 50 mila, in Umbria, su 155 mila totali occupate). Il più delle volte non è una condizione richiesta, ma subita. Il cosiddetto part time involontario (una su cinque in Umbria): meno ore a stipendio ridotto. I valori della regione sono un po’ superiori a quelli nazionali.
Possiamo dunque riassumere così queste dinamiche: il mercato del lavoro cresce, ma pagando un prezzo alto. Le retribuzione medie calano dando vita al working poor: persone che non riescono a garantirsi una vita dignitosa, pur avendo un impiego. Soprattutto i più giovani, magari con figli, sono i nuovi poveri in Umbria e in Italia.