Electroterni: chiusura e cassa integrazione straordinaria per 14

Chiude l’impianto di viale Centurini dell’Electroterni e per 14 lavoratori significa cassa integrazione straordinaria. Martedì è stato firmato, presso il ministero del Lavoro, l’accordo per l’ammortizzatore sociale a causa della cessazione dell’attività dell’azienda siderurgica di Terni. La cassa integrazione straordinaria ha durata di dodici mesi (possibile rinnovo per 24 mesi della Naspi) e arriva dopo una lunga vertenza che ha impegnato pesantemente le sigle sindacali dei metalmeccanici.

Fiom, Fim, Uilm e Fismic, già alla fine dell’anno scorso, avevano firmato l’intesa con la Regione Umbria per l’avvio di politiche attive del lavoro, finalizzate alla riqualificazione e al ricollocamento dei lavoratori coinvolti nella chiusura.

Electroterni era nata 30 anni fa come verticalizzazione degli acciai magnetici, un tempo prodotti dalla acciaierie ternane. Nell’accordo, i rappresentanti delle tute blu hanno trovato una soluzione per la riassunzione di quattro dei 14 dipendenti, che torneranno quindi a lavorare in un altro reparto dello stesso Gruppo industriale.

Per andare alle radici della crisi, bisogna risalire addirittura al 2005, quando ci fu la chiusura di Es, Electric Steel, società del magnetico, delle ThyssenKrupp scoporata da Ast. Electroterni è arrivata ad avere anche un centinaio di dipendenti, ma i primi segnali di crisi arrivarono quando alla famiglia Coppo – proprietaria dell’azienda – furono promesse mille tonnellate di magnetico di seconda scelta dalla Germania, mai arrivate.

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