‘Gusti di Frontiera’: attesi 850 mila visitatori

Si chiama ‘Gusti di Frontiera’, è una vera e propria cucina mondiale, nonché la più grande kermesse enogastronomica del Nordest. Quest’anno, a Gorizia, si celebra la 16esima edizione, promossa dal Comune friulano, in programma fino a domenica 29 settembre. L’edizione dei record, con 413 punti enogastronomici, 54 Paesi di tutti i continenti distribuiti in 20 Borghi culinari. Si attende un vero e proprio esercito di visitatori, 850 mila persone.

Ospite di primo livello quest’anno è il continente africano. Si potranno assaporare prodotti provenienti da quelle terre: platano, yam, patata dolce e manioca fritti del Camerun, tè del Maghreb, kebab, hummus e kushari dell’Egitto, ‘Ravitoto’ del Madagascar (a base di carne di zebù). Ci saranno poi le tante specialità etniche asiatiche: la cucina indiana, quella tailandese, araba e vietnamita. E non mancheranno gusti e profumi dei Balcani, dell’Europa naturalmente, di Nord e Sud America, Australia e Nuova Zelanda. Per tutti i palati, anche i più fini.

A proposito della kermesse, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha detto: “E’ un orgoglio rappresentare una regione nella quale realtà come Gorizia e Trieste collaborano per lo sviluppo dell’economia del territorio, ma anche nella quale la città di Gorizia ha saputo creare un evento capace di superare le barriere tra le nazioni, valorizzando le diversità, in quanto è la ricetta più valida per combattere l’omologazione”. Sempre il Governatore ha aggiunto: “Gusti di Frontiera rappresenta lo specchio delle vocazioni di un territorio, il Friuli Venezia Giulia, nel quale sono racchiuse le sfaccettature di un’offerta articolata e completa”. Proprio come la manifestazione, la regione “in ogni angolo sa offrire cose diverse e di pregio: in tante località di propongono diversi tipi di frico, il piatto tipico a base di formaggio, che come altri prodotti riflette le carature e le scelte del territorio”.

E ancora: “Gusti di Frontiera è un luogo in cui si incontrano le diversità, che rappresentano la ricchezza della nostra terra”.

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