Domenico Carone:“Ecco il modello di fecondazione assistita eterologa della Clinica Eugin di Taranto”

Domenico Carone

Domenico Carone

Un recente studio della prestigiosa rivista Human Reproduction ha recentemente portato alla luce gli effetti positivi del modello di Fecondazione assistita eterologa, portato avanti dalla Clinica Eugin di Taranto.

“Se da un lato – spiega il dott. Domenico Carone, Coordinatore Clinico della Clinica Eugin di Taranto – le tecniche di procreazione medicalmente assistita eterologa sono sempre più richieste anche in Italia, dall’altro non vi è una pari disponibilità di donatrici di ovociti. Questa situazione impone alla gran parte dei centri di procreazione assistita l’impiego di ovociti congelati, con tassi di successo dei trattamenti non paragonabili a quelli ottenuti con gameti freschi”.

“Il modello adottato dalla Clinica Eugin di Taranto – prosegue il dott. Carone – prevede l’impianto di embrioni congelati (meno soggetti, rispetto agli ovociti, a potenziali danni derivanti dalle procedure di congelamento e scongelamento) e garantisce, in termini di numero di gravidanze e di tasso di natalità, risultati sovrapponibili a quelli dei trattamenti in Spagna con Ovociti freschi ed Embrioni freschi.”

“Il Transnational Oocytes Donor Program della Clinica Eugin di Taranto si basa su un programma di donazione di ovociti freschi e trasporto di seme ed embrioni congelati tra le due nazioni (Italia e Spagna), secondo standard comuni all’interno dello stesso Gruppo, la cui validità è stata proprio confermata da un recente studio pubblicato nella rivista scientifica di riferimento per la fecondazione assistita, Human Reproduction”.

Lo studio, reso noto al pubblico specializzato e non solo, dimostra che il tasso di nascite ottenute è sovrapponibile a quello conseguito con embrioni freschi.

Come ben ci spiega il Coordinatore Clinico della Clinica Eugin di Modena, il prof. Antonio La Marca, “per i primi cicli di fecondazione assistita sono stati scongelati 1.066 embrioni, con una percentuale di sopravvivenza pari al 98,5%. Dopo il primo ciclo, la percentuale di gravidanze cumulative ottenute è stata pari al 43% con il 30,6% di nascite”.

Per le coppie pugliesi questo significa potere accedere a trattamenti ai massimi standard di qualità internazionali, senza dovere più migrare verso altre regioni o all’estero.

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