Imprese a Perugia: battuta d’arresto nel primo trimestre del 2019

Com’è stato il primo trimestre del 2019 per le imprese di Perugia e provincia? A presentare l’indagine di Movimprese su natalità/mortalità è stato il presidente della Camera di Commercio perugina, Giorgio Mencaroni. Diciamo subito che c’è stata una battuta d’arresto, sia per numero che per stock complessivo delle unità produttive. Il saldo negativo è di 421 imprese, -0,58%, dato peggiore della media nazionale (-0,36%) e anche di quella umbra (-0,49%).

Dal 1° gennaio al 31 marzo 2019, sono nate in provincia di Perugia 1.125 imprese, ma 1.546 hanno tirato giù la saracinesca definitivamente. Risultato negativo, seppure in un un periodo in cui solitamente si concentrano elevate cessazioni di attività, che non riesce a migliorare lo stesso periodo del 2018. Nuova contrazione dello stock complessivo di imprese che operano in provincia, che scende a 72.048 al 31 marzo 2019, 460 imprese in meno sul primo trimestre del 2018 (-0,63%).

Non va meglio per le imprese artigiane: -1,16%, con numero complessivo pari a 15.952 unità esistenti. Prosegue il processo di decrescita delle ditte individuali (che rappresentano il 51% per cento di tutte le imprese), continuano ad aumentare le società di capitali, oggi al 24,2% del totale, pari a 17.482 unità. Scendono al 21,8% dello stock le società di persone.

Commentando i dati, Giorgio Mencaroni ha detto: “Si conferma la tendenza a una riduzione del numero di imprese iscritte presso i registri camerali, conseguenza peraltro di una ristrutturazione in atto all’interno dell’intero sistema di impresa provinciale. Non dobbiamo comunque sottovalutare la forte volontà di costruire impresa che, in tempi difficilissimi, ha comunque portato alla creazione nella nostra provincia di 19.196 nuove realtà imprenditoriali, più di 10 al giorno”.

Positivo il dato sulla durata delle imprese. Quelle umbre vivono mediamente 13,3 anni. Un anno in più rispetto alla media nazionale e 1,2 anni in più sulla media del Centro Italia. Mencaroni: “Dobbiamo convincerci che senza impresa non può esserci sviluppo, che senza impresa non si crea lavoro. Per questo dobbiamo fare di più per sostenere l’impresa. Vanno sostenuti gli investimenti, vanno i rimossi i tanti ostacoli che frenano lo sviluppo e a volte impediscono la sopravvivenza stessa di un’impresa. Penso all’eccesso di burocrazia e a un sistema di regole spesso inadeguato, alla farraginosità del mercato del lavoro, alla carenza di infrastrutture, materiali e immateriali, tanto più grave in un territorio come il nostro, da sempre costretto in uno stato di pesante arretratezza”.

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