Piatti gourmet e design: la seconda tappa del Sina Chef’s Cup Contest a Perugia

Che succede se la cucina gourmet fa conoscenza con il design? Nasce il Sina Chef’s Cup Contest, arrivato alla settima edizione, nella seconda tappa andata in scena al ristorante Collins’ dell’Hotel Sina Brufani di Perugia. Piatti belli e buoni, come il risotto al pecorino affinato al luppolo con crema di cime di rapa e alici al sale (Igles Corelli), ispirato alle scatole cinese; il maialino ai gamberi, che ha ricreato il tavolo di design Trapezé di Jean Prouvé (Davide Figliolini), a cui si sono aggiunti antipasto e dolce a cura del resident chef Marco Faiella.

La coppia Corelli – Figliolini, chef stellati dei ristoranti ‘Mercerie’ e ‘Aquolina’ di Roma, ha ottenuto 89 su 100, superando i colleghi del ‘The Fair’ dell’hotel Sina Bernini Bristol di Roma, Oliver Glowing e Paolo Gramaglia, protagonisti della prima tappa della gara di cucina. In programma ci sono altre sei cene-evento nei ristoranti della catena Sina hotels, il 14 maggio a Viareggio, il 18 giugno a Romano Canavese, il 16 luglio a Venezia, il 24 settembre a Firenze, l’8 ottobre a Parma, il 22 ottobre a Milano. Prima della finale.

In giuria Angelo Valentini, enologo enobibliofilo e oxologo, Marilena Badolato, critica enogastronomica e antropologa, e Benedetta Terenzi, architetto e docente al dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi di Perugia. I piatti sono stati valutati tenendo conto della complicità di coppia, della bontà del contenuto, del rapporto qualità – prezzo, del valore estetico e artistico e aderenza al tema scelto.

Il direttore dell’Hotel Sina Brufani di Perugia, Stefano Chiesa, ha commentato: “Il Gruppo Sina è ormai uno dei pochissimi gruppi italiani che riescono a tenere testa a quelli internazionali, grazie anche all’altissimo livello nel settore dell’enogastronomia. Si tratta di un gruppo che cresce di anno in anno. L’ultima acquisizione è legata alla struttura di Capri, probabilmente una delle destinazioni più ricercate al mondo. Serate come questa sposano la crescita del gruppo, con eventi che portano il nome della cucina italiana e del gruppo alberghiero in giro per l’Italia e per il mondo”.

Corelli, che attualmente è anche direttore della Gambero Rosso Academy, ha spiegato da cosa ha tratto ispirazione per il suo piatto: “A un viaggio fatto a Hong Kong, dove ho mangiato una sorta di riso in una gamella di alluminio, con dentro spezie di vari colori che bisognava miscelare. In più, c’è un ricordo d’infanzia, degli operai che utilizzavano la gamella per portarsi dietro il pranzo”.

Come si prepara un piatto del genere: “Il risotto viene montato in una scatola di acciaio, pensando alle scatole cinesi, e viene servito con la complicità del cameriere a cui spetta il compito di miscelarlo davanti al cliente. Il cameriere di solito viene messo in second’ordine, mentre secondo me è una forza del locale”.

Anche Figliolini ha spiegato il suo piatto: “Ho preso ispirazione dal Trapéze del designer Prouvé, che è riuscito a valorizzare al meglio un materiale povero. Io ho utilizzato carne di maiale e gamberi, valorizzandolo attraverso la cottura”. Valentini ha commentato: “Gli chef sono artisti veri e propri. Non ci si può improvvisare. Ci vuole studio, progettazione, cultura e profonda conoscenza delle materie prime”. Badolato: “Il design è l’Italia che è dentro ciascuno di noi, cioè quel patrimonio di arte, cultura, paesaggio e gastronomia che abbiamo creato più o meno consapevolmente. Design vuole dire progetto, creatività messa in pratica. Il piatto non è semplice contenitore, ma diventa la cornice di un evento, di un quadro d’insieme”. Infine, Terenzi: “La cucina è una forma d’arte che coinvolge più sensi. Ci sono diversi punti di contatto tra design e cucina. Lo chef e il designer devono conoscere la materia prima con cui realizzeranno i loro progetti, così come i processi di lavorazione che portano poi a un prodotto seriale”.

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