Cospedil, il recupero di Palazzo San Marco, emblema dell’edilizia moderna nel cuore di Pordenone

Palazzo San Marco - Pordenone - Cospedil
Claudio Lorenzon - Cospedil Pordenone
Nel panorama edilizio italiano c’è chi lavora bene e chi lavora per far star bene le persone: non è un gioco di parole, ma un concetto chiave per “edificare” i canoni dell’edilizia moderna, quella che pone al centro la vita e il benessere delle persone.
Siamo a Pordenone, in Cospedil, acronimo di Costruzioni Specializzate Edili, azienda nata nel 1983 dalla passione di Claudio Lorenzon, che ancora oggi si misura con un passato ricco di insegnamenti per chi vuole operare con successo in questo settore: quel passato racchiuso tra le mura di Palazzo San Marco, il primo edificio moderno di Pordenone, un vero “grattacielo” per l’epoca, situato proprio nel cuore del centro storico della città friulana.

“Qui – ricorda Lorenzon, mentre lo ascoltiamo sull’attico del palazzo in piena fase di recupero – venivano a giocare i bambini su e giù negli ascensori, i primi per la nostra città. Qui ho bellissimi ricordi, e il desiderio di recuperare questo pezzo di storia per la mia città è stato troppo forte”.
Visione romantica di un lavoro antico, scandita anche dalle frasi di scrittori famosi a fare da contorno alle strutture di legno che dividono il cantiere del palazzo dalla strada.
“Quasi un gesto di riconoscenza verso la città – fa notare Elvis Santin, Responsabile Commerciale di Cospedil – un segnale del nostro modo di intendere l’edilizia contemporanea. Fare abitazioni belle e farle bene è un fatto scontato. La differenza la facciamo quando realizziamo case che fanno stare bene le persone perché pensate solo per loro”.
Il recupero del palazzo è un vero gioco di squadra e coinvolge TP Studio – studio associato Turrin Franco e Antonella Pavone – in collaborazione con l’Ing. Michele Bussetto, oltre alla squadra completa Cospedil, ultima generazione compresa.

Una generazione fedele all’impronta data dai coniugi Lorenzon, Claudio e Rosanna, e che porta il nome dei figli Mauro, Daniela e del genero Elvis Santin, che rappresenta anche i costruttori edili aderenti ad ANCE – Confindustria della provincia.
“Il cambiamento – aggiunge Santin – è lento ma inesorabile. L’edilizia è molto migliorata rispetto al passato, dal punto di vista dei prodotti e delle tecnologie; il modo di costruire è cambiato, così come l’approccio, non solo orientato all’opera che si sta realizzando, ma anche al contesto in cui va inserita e che coinvolge la socialità, l’urbanistica, il modo di vivere e di lavorare. E le nostre aziende hanno avviato da tempo questo percorso innovativo”.
Tutto a vantaggio delle persone che devono vivere e lavorare negli edifici nuovi o recuperati: “I nostri clienti – continua Santin – condividono la nostra vision, un forte senso di appartenenza ci lega, e questo ci fa pensare che facciamo cose belle e le facciamo bene, ma soprattutto realizziamo cose progettate per vivere e lavorare al meglio in quelle strutture. Pensiamo sempre alle persone prima che alle costruzioni da costruire”.

Parole che si fanno pietre, come quelle sapientemente utilizzate per Palazzo San Marco, dagli uomini che hanno lavorato per far crescere la Pordenone di oggi indicando anche la via per quella futura.
“Recuperare piuttosto che consumare suolo – sottolinea Claudio Lorenzon – perché anche il recupero di vecchi edifici può rappresentare il nuovo più autentico”.
Venire a Pordenone, Palazzo San Marco, per toccare con mano.

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