CremiAmo: il primo forno crematorio per animali domestici in Umbria

Si chiama ‘CremiAmo’ il progetto di Petforlife, brand della startup Umbra Delta 360. Start up che si avvale di due socie, entrambe grandi amanti degli animali. Noi ne abbiamo parlato con Alessia Muscari, progettista europea; l’altra socia, Amalia Allegro, è invece un medico-veterinario. “Quando abbiamo iniziato a pensare agli animali domestici a 360 gradi, ci siamo accorti che in Umbria mancava un servizio fondamentale. Non si è mai preparati alla dipartita del proprio cane, ma quando capita ci sono due strade: l’incenerimento con i rifiuti urbani, che è legale, oppure si può seppellire il nostro quattro zampe sotto terra, ma questo in Italia non è ammesso, se non in appositi cimiteri per animali, e si può incorrere in multe salate. Così abbiamo pensato alla cremazione”.

Alessia Muscari parla di cani, gatti, papere e di tutti gli animali che arrivano a pesare 110 chili: sono loro che potranno ricevere l’ultimo saluto dal padrone prima del viaggio verso il ponte dell’arcobaleno. Mentre il proprietario potrà tornarsene a casa con l’urna cineraria: “Sarà un distacco più dolce, l’urna con le ceneri si potrà portare a casa e si avrà la sensazione di avere ancora vicino un amico”. Hanno pensato proprio a tutto le due socie. La start up avrà anche il supporto psicologico, perché l’addio causa il cosiddetto trauma da distacco. In caso di animali di taglia molto grande, è previsto anche il trasporto.

Su piattaforma italiana è stato organizzato anche il crowdfunding che, in Italia, paga la scarsa conoscenza da parte degli utenti, pur essendo valido. “Questa forma di cofinanziamento in Italia non è ancora così popolare, tanto meno in Umbria. Probabilmente servirebbe spostarsi su una piattaforma straniera che raccoglie dai Paesi che sono più avanti nell’aver metabolizzato i cofinanziamenti dalla ‘folla’”. Nessun pericolo, però, che il progetto non parta: “Indicativamente, l’inaugurazione sarà per metà aprile, burocrazia permettendo”: La sede sarà a Perugia, nella zona industriale. “Siamo stati anche dal Magnifico Rettore dell’Università perugina, che ci segue dall’inizio praticamente. E che sarà presente al taglio del nastro”.

Entriamo nel dettaglio: “Il forno è una macchina da cui esce esclusivamente vapore acqueo, dunque non inquina. C’è il recupero totale delle ceneri. Si può controllare anche da remoto con un software cosicché l’azienda fornitrice possa intervenire in tempo reale in caso di mal funzionamenti e guidarci alla risoluzione del problema”. Il peso massimo consentito, come detto, è di 110 chili. Lungo otto metri e mezzo, si tratta di un forno di ultima generazione, con quattro filtri, con un costo notevole

La startup si avvarrà dell’azienda produttrice Vezzani di Reggio Emilia per fare un corso di tre giorni per spiegare l’utilizzo, dopo di che il forno sarà trasportato in sede e, almeno inizialmente, sarà utilizzato soltanto dalle due socie. “Noi spingiamo il proprietario a venire da noi, troverà comprensione, una stanza per l’ultimo saluto, il supporto di terapeuti specializzati in traumi da distacco”. Si può portare il proprio animale domestico quando muore in casa – verrà redatto un certificato di morte – oppure lasciarlo dal veterinario che poi avvertirà l’azienda che passerà per il ritiro. In caso di grossi animali, sarà il servizio di trasporti della start up a gestire direttamente lo spostamento dell’animale fino in sede.

“Il padrone può rimanere da noi per l’intera cremazione e, alla fine, portare via le ceneri. Se invece non vuole le ceneri, le lascia a noi”. La grande novità è la camera del buon ponte, dove padrone e animale si potranno salutare per l’ultima volta: “L’abbiamo voluto chiamare Ponte di San Francesco perché questo santo è stato un po’ il tramite tra l’uomo e gli animali”.

Il crowdfunding a cosa serve, quindi? “A tutti i costi di gestione. La banca ha coperto solamente il prezzo del forno. Avremo poi una piccola segreteria, il front-office per l’accoglienza, l’affitto del capannone industriale che dobbiamo sistemare, gli psicologi e il trasporto”. Sarebbe buona cosa dunque contribuire alla causa.

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