Università di Perugia: al professor Falini l’ Henry Stratton Medal

Ufficialmente consegnata la ‘Henry Stratton Medal’, uno dei riconoscimenti più importanti al mondo nel campo delle malattie ematologiche, al professore perugino Brunangelo Falini, ordinario di Ematologia all’Università di Perugia nonché direttore della Struttura complessa di Ematologia e trapianto di midollo osseo dell’Azienda ospedaliera di Perugia.

La cerimonia si è svolta lo scorso 4 dicembre a San Diego nel corso del 60esimo congresso della Società Americana di Ematologia (Ash), che ha visto quest’anno la partecipazione di quasi 30 mila ematologi. A dare materialmente il premio a Falini è stato il presidente dell’Ash, Alexis Thompson, direttore dell’Ann and Robert H. Lurie Children’s Hospital of Chicago. È il primo ricercatore italiano, che lavora nel nostro Paese, a ricevere questo riconoscimento.

Queste le motivazioni: “Lavori pionieristici svolto da Brunangelo Fallini nel campo degli anticorpi monoclonali e alla scoperta di mutazioni (dei geni NPM1 e BRAF), fondamentali per la comprensione la diagnosi e la cura delle leucemie acute mieloidi e della leucemia a cellule capellute”.

Il professore perugino, nel discorso di ringraziamento, ha espresso gratitudine alla Commissione Scientifica dell’Ash. Ha voluto ricordare i maestri che più hanno influenzato la sua carriera scientifica: il prof. Robert Lukes di Los Angeles, una eminenza nel campo della classificazione dei linfomi e il prof. David Mason di Oxford, un pioniere nello sviluppo della tecnologia degli ibridomi. Ha chiuso sottolineando di voler condividere il premio con tutti i suoi collaboratori e con le Associazioni di solidarietà e la propria famiglia, che lo ha sempre sostenuto. L’Henry M. Stratton Medal è dedicato alla memoria del cofondatore di Grune and Stratton, casa editrice medica che, per prima, pubblicò la rivista scientifica ‘Blood’, attualmente organo ufficiale dell’Ash e prima rivista a livello mondiale per Impact Factor in Ematologia.

Intervistato dall’Ash, Falini ha aggiunto: “L’attività clinica e di ricerca sono sempre state tra loro inscindibili. Si impara moltissimo trasferendo le informazioni ottenute in laboratorio al letto del malato, ma vale anche l’inverso. Tutto questo, per me, ha sempre rappresentato fonte di ispirazione per nuove idee”. Secondo il professore perugino, la leucemia acuta-mieloide “resta una priorità medica dal momento che la chemioterapia più il trapianto di midollo osseo riescono a guarire il 40-50% dei pazienti giovani e meno del 10% di quelli anziani”.

Proprio dall’European Research Council (ERC), infatti, sono stati assegnati all’Università degli Studi di Perugia due grants di ricerca (.uno a Falini e l’altro alla professoressa Maria Paola Martelli) al fine di combattere questa malattia

In virtù della sua attività scientifica, Falini si è già visto riconoscere numerosi prestigiosi premi nazionali ed internazionali, tra cui il “Jose Carreras Award” (2010) da parte dell’ European Hematology Association, il “Karl Lennert Lecture” Award (2012) dell’ European Association for Hematopathology, il “Leopold Griffuel Prize” (2014) assegnato dalla French Association for Cancer Research, il premio più importante per la ricerca sul cancro in Europa, il premio “Guido Venosta” 2014 (FIRC/AIRC) consegnato dal Presidente Emerito Giorgio Napolitano, il premio “Presidente dellla Repubblica Italiana” dell’ Accademia Nazionale dei Lincei (2016) e, infine, lo scorso anno, il premio per “Scientific Excellence in Medicine” dell’American-Italian Cancer Foundation.

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