Euroscetticismo: Marini e Bartolini, “rafforzamento cittadinanza europea migliore risposta”

“Quando si parla di ritorno alle frontiere, quando si evoca questa prospettiva come una immagine salvifica della questione legata alla ‘protezione dei confini’, in realtà proprio quelle frontiere fanno perdere moltissime opportunità che il processo di integrazione europea in questi anni ha messo a disposizione dei cittadini. Dunque il tema della cittadinanza europeo è molto rilevante, e nasce da una riflessione giuridica e politica da parte di chi vuole impegnarsi in una fase storica che appare come ‘la notte nera’ dell’Europa, e di chi vuole ancora tenere vivo il progetto europeo. Perché forse proprio il rafforzamento della cittadinanza europea è la risposta migliore all’euroscetticismo, facendo cose più concrete per l’avanzamento dei diritti sociali in Europa”. Lo ha affermato Catiuscia Marini (presidente della Regione Umbria) nel suo intervento di saluto ai lavori del seminario in corso a Bruxelles, presso la sede della Regione Umbria, sul tema ‘Lo status giuridico nell’ambito del processo di integrazione europeo’. Un’iniziativa che vede riuniti a Bruxelles, rappresentanti delle istituzioni europee e regionali, docenti e ricercatori universitari, esperti in tema di diritto europeo. La conferenza di giovedì 5 ha rappresentato la conclusione di uno specifico progetto sullo status giuridico che è stato realizzato dal Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Perugia e coordinato dall’assessore regionale, Antonio Bartolini, nella veste di docente di diritto dell’ateneo umbro. Un progetto che rientra nell’ambito del Programma Jean Monnet, il programma che sostiene la ricerca e lo studio di temi connessi all’integrazione europea, gestito direttamente dalla Commissione europea attraverso l’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura.

“Il tema di questo seminario – ha aggiunto Marini -, legato appunto all’avanzamento della cittadinanza europea in vari ambiti, da quello della mobilità, del lavoro, della condizione sociale, del cittadino-consumatore, è di particolare rilevanza in quanto viviamo una fase storica che potrebbe far arretrare invece che avanzare questo processo che ha invece bisogno di essere rafforzato, soprattutto per ciò che riguarda la sfera dei diritti sociali nell’ambito di tutto il sistema Europa, riempiendo la cittadinanza europea di ulteriori contenuti. Ecco perché condivido profondamente le recenti riflessioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando afferma che l’Europa ha nel programma Erasmus e in Schengen due fondamentali pilastri”.

“Entrambi – ha sottolineato la presidente Marini – sono la concreta manifestazione di quella idea di cittadinanza europea in quanto Erasmus è stato il primo progetto che ha messo a disposizione di milioni di giovani di avere una formazione il più possibile europea e di poterlo fare liberamente in tutti i Paesi dell’Unione. Schengen invece ha contribuito alla radicale modifica del concetto di stato nazionale, permettendo l’integrazione dei cittadini che si muovono liberamente all’interno dell’Europa comunitaria. Ebbene, penso che questo sia stato uno dei più grandi cambiamenti del ventesimo secolo che ha visto cadere, non solo simbolicamente, frontiere e posti di blocco. Ecco perché continuo a credere che questi due pilastri debbano essere difesi soprattutto oggi, proprio nel momento in cui la cittadinanza europea è a rischio, dando ad essa ancor più forza sviluppando ancor di più gli aspetti della cittadinanza europea che ancora non si sono del tutto realizzati”.

Sul cammino che è ancora necessario effettuare per la piena realizzazione della cittadinanza europea, soprattutto nel campo delle politiche sociali, si è invece soffermato l’assessore Bartolini: “Fino ad ora la Comunità Europea, oggi Unione Europea, è sempre stata vista e vissuta come un ‘mercato unico’, vale a dire come un luogo di libero scambio delle merci, delle imprese e anche dei lavoratori. E in quest’ultimo caso, appunto quello del lavoro e dei lavoratori, l’Europa deve fare i conti con la questione dei migranti. Probabilmente siamo arrivati a un punto di svolta e questo progetto che abbiamo realizzato grazie al programma Jean Monnet ce lo dice con chiarezza: il conferire sempre più diritti comporta una visione più ampia del concetto di cittadinanza europea. Insomma, se vogliamo far progredire il progetto europeo questa cittadinanza non deve limitarsi solo alla sfera dei diritti sociali ed economici, ma allargarsi anche a quelli politici”.

Per l’assessore Bartolini, quindi, il seminario a Bruxelles, grazie al contributo di molti giuristi europei di molte università, ha rappresentato e rappresenterà “un’occasione molto importante di confronto e di riflessione, visto che proprio il tema dell’integrazione in ambito europeo, con particolare riguardo al fenomeno dell’immigrazione e della migrazione, è oggi di straordinaria attualità. Insomma una opportunità per guardare all’Europa del futuro, quella che vede proprio nei ‘migranti economici’ un fattore fondamentale per lo sviluppo economico del ‘vecchio continente”.

Il seminario si concluderà venerdì 6 con una tavola rotonda che sarà introdotta e coordinata da Evgeni Tanchev, avvocato generale dell’Alta Corte di Giustizia dell’Unione Europea, cui parteciperanno, oltre a Stefano Giubboni e Angela Guerrieri, dell’Università di Perugia, docenti delle Università di Osijek, Madrid, Bournemouth.  

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