Cyberbullismo in Umbria: metà studenti ha offeso qualcuno su WhatsApp

Palazzo Cesaroni ha ospitato la presentazione della ricerca ‘L’uso del web degli adolescenti. Rischi e opportunità’, commissionata dal Corecom Umbria a Maria Giuseppina Pacilli, insegnante di Psicologia sociale all’Università degli studi di Perugia. Ecco i risultati più significativi.

Il 99% degli studenti intervistati usa WhatsApp, quasi la metà di loro ha inviato messaggi offensivi ad altri. Letti i dati, si è tenuta una tavola rotonda, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Prefetture di Perugia e Terni, dell’Ufficio scolastico regionale umbro e della Polizia postale; presenti anche l’onorevole Elena Ferrara, promotrice della legge 71/2017, Mario Morcellini, commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Maria Rita Bracchini, vicepresidente di European antibullying network (Ean) – Fondazione Centro Studi Villa Montesca, Rolando Marini, sociologo della Comunicazione all’Università per stranieri di Perugia.

Quando si entra materialmente in Rete? A 9 anni, insieme ai genitori. A11 si ha il primo smartphone. Tramite WhatsApp, il 45% degli intervistati ha inviato messaggi offensivi ad altri ragazzi (cyberbullismo hard), quasi il 40% ha escluso qualcuno dai gruppi virtuali una o due volte al mese (cyberbullismo soft). Donatella Porzi, presidente dell’Assemblea legislativa, ha ricordato in apertura la legge contro il cyberbullismo, introdotta su sua iniziativa e del consigliere Silvano Rometti e recentemente approvata: “La Regione si è dotata di una legge specifica, a dimostrazione che riteniamo importante contrastare questa violenza che colpisce tutti i ragazzi”.

Marco Mazzoni, presidente del Corecom, ha detto che i dati “permettono di individuare come gli adolescenti usano il web e quali eventuali interventi attuare per prevenire fenomeni come il cyberbullismo”. Parola poi a Maria Giuseppina Pacilli: “Abbiamo intervistato 901 adolescenti che frequentano le scuole superiori di Perugia e Terni su come usano i media e su quali piattaforme interagiscono. Il 78% si collega da smartphone, solo il 5,5% da computer”. Il 96,3% ha un profilo sui social network, solo il 30% ne ha uno completamente privato. Di media, passano tre ore al giorno sui social: “Un dato approssimativo per difetto”. I social network vengono usati anche di notte. Il 91% ha dichiarato di aver assistito, almeno una volta negli ultimi due mesi, a episodi di cyberbullismo. Il 28% ha ricevuto richieste di foto nude di sé.

Dei 901 ragazzi intervistati, il 63% era femmina, età tra i 15 e i 20 anni, il 58,9% della provincia di Perugia, il 41,1% di Terni. I social più usati sono Facebook (87%) e Instagram (85,4%). Il 24,6% passa talmente tanto tempo sui social network da non saperlo quantificare. Il 39,4% resta sveglio di notte più volta alla settimana per usare i social. WhatsApp viene utilizzato dal 45,8% così tanto da non saper dare un dato sulle ore passate nella chat. Il 37,1% parla raramente o mai con i genitori di ciò che fa su internet, il 56,3% condivide mai o raramente le attività svolte online con i genitori, l’83,6% si fa aiutare mai o raramente di fronte a qualcosa che lo infastidisce online. Le minacce sono l’episodio meno diffuso di cyberbullismo (9% lo ha fatto pubblicamente, 11,8% privatamente, 16,4% su WhatsApp). Sui social, il 21,8% ha ricevuto insulti o commenti negativi per l’aspetto fisico o il modo di vestire, il 13% per la religione, il 13,5% per l’orientamento sessuale.

La ricetta di Loretta Rapporti, Ufficio scolastico regionale: “Serve un’educazione dei genitori all’uso dei social network. I ragazzi rischiano di perdersi le relazioni vere, dal contatto con lo sguardo fino al manifestare emozioni. La formazione è importante a partire dalla scuola”. Maria Rita Bracchini (Ean – Fonazione Villa Montesca): “Le emozioni non si provano, ma si rappresentano. I nostri ragazzi non arrossiscono più”. Mirko Gregori, ispettore della Polizia postale: “Uno dei problemi per ragazzi è che gli adulti li lasciano soli nell’uso della rete”. La senatrice Elena Ferrara: “La legge ora va lanciata in Europa”. Rolando Marini, sociologo: “Si devono costruire competenze, consapevolezza e capacità di intervento da parte di tutti gli attori coinvolti”. Mario Morcellini, commissario dell’Autorità per le garanzie nella comunicazione: “Oggi la comunicazione è la prima nemica della socializzazione. Serve reinvestire sulle figure di mediazione”.

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