Confcommercio Umbria: documento programmatico di 26 punti ai candidati alle politiche

Giorgio Mencaroni

Abbattimento del costo del lavoro e della pressione fiscale, rilancio di centri storici e aree urbane, lotta all’abusivismo in tutti i settori economici, maggiore credito al sistema delle imprese, visione più ampia dell’innovazione, azione più incisiva per evitare lo spopolamento dei territori umbri colpiti dal terremoto, garantendo una ripartenza solida. Questi sono solo alcuni dei 26 punti del documento programmatico di Confcommercio Umbria, presentato ieri ai candidati umbri dei maggiori schieramenti in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.

Giorgio Mencaroni, numero uno di Confcommercio Umbria, dice: “E’ nostro dovere e responsabilità raccogliere, sintetizzare e sostenere le istanze delle imprese del nostro mondo: commercio, turismo, servizi, trasporti, logistica e professioni; quel terziario di mercato che contribuisce per oltre il 40% alla formazione del valore aggiunto e all’occupazione”.

Ci sono naturalmente i grandi temi nazionali, che Confcommercio ha sottoposto agli schieramenti politici, e poi ci sono quelli locali, degli imprenditori umbri: “A cominciare dalla gestione del post terremoto. Tantissimo è già stato fatto. Ma c’è ancora da fare per garantire coesione sociale e prospettive alla popolazione e alle imprese che hanno deciso di investire su territori difficili”.

Queste dunque sono le proposte dell’organizzazione umbra: riattivare la Cassa integrazione in deroga per tutte le imprese dei Comuni colpiti dal sisma, esenzione dal ticket per il licenziamento che finanzia la Naspi per tutte le imprese del cratere sismico, estensione al 2018 del bonus di 5 mila euro, incremento delle risorse destinate al beneficio del danno indiretto, semplificando le procedure.

C’è poi il tema caldissimo dello spopolamento dei centro urbani: “Occorre incentivare la residenzialità. Occorre rivedere l’idea europea di smart city sulla base della realtà del territorio, valorizzando il tessuto imprenditoriale che vive e produce dentro la città, quindi quella rete di micro e piccole imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato che rappresenta il cuore pulsante delle aree urbane”.

Confcommercio è molto attiva in questo settore, che presuppone stretta sinergia tra più fattori. Quelli hard (mobilità, sosta, arredo, disponibilità di spazi funzionali, riqualificazione di aree, edifici e quartieri) e quelli soft (innovazioni sociali, accesso alla rete, qualificazione degli spazi esistenti, innovazione nell’offerta dei servizi, formazione del capitale umano). Serve, in aggiunta, una integrazione solida tra politiche pubbliche e investimenti privati.

Sull’innovazione, Confcommercio Umbria si batte allo stesso modo. E chiede di allargare la platea delle imprese coinvolte nel Piano impresa 4.0, adottando una visione più ampia d’innovazione, che includa imprese commerciali e turistiche, applicabile più facilmente da imprese di dimensioni piccole. Propone, infine, la prosecuzione dei contributi diretti alle imprese per investimenti in innovazione digitale, la previsione di voucher per la formazione del capitale umano, maggiore connessione tra scuola e lavoro.

Le 26 proposte di Confcommercio Umbria sono consultabili anche sul sito ufficiale.

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