Centri storici, Mencaroni (Confcommercio Umbria): “Si producano anche valori culturali e sociali”

Giorgio Mencaroni

L’Umbria si spopola di negozi, in particolare nei centri storici. L’elaborazione dell’Ufficio Studi Confcommercio boccia tutta Italia, in realtà: nelle 120 città medio – grandi, infatti, dal 2008 al 2017 i negozi si sono ridotti dell’11,9%. Ma Perugia è riuscita a fare peggio e, dopo L’Aquila, Bari e Cagliari, guida la classifica dei capoluoghi che hanno perso più esercizi di commercio al dettaglio nel centro, con un -24,13% pesantissimo, tanto che la città umbra è tra quelle definite a rischio declino.

Non sorride neanche Terni, ma l’emorragia si ferma a -8,68%. Il che fa pensare che serva davvero un cambio di strategia attuando, tra l’altro, una politica di agevolazioni fiscali per favorire il ripopolamento commerciale delle città. E poi: accompagnare i progetti di riqualificazione urbana e valorizzazione turistica.

Il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni, commenta l’analisi: “Ripartire dalle città è una delle priorità di Confcommercio, come ribadito anche ai rappresentanti di tutti gli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni. La sfida richiede l’impegno di tutti i soggetti coinvolti e di tutte le istituzioni”.

Dice ancora Mencaroni: “La richiesta di meno tasse e più incentivi per le imprese commerciali è solo una faccia della medaglia perché noi riteniamo che sia prioritario lavorare anche sul contesto, sulla residenzialità, sui servizi anche innovativi per cittadini e turisti, nella individuazione di attrattori veri, innalzando complessivamente la qualità della vita nei centri urbani, quali luoghi di produzione di valori, non solo economici, ma soprattutto culturali e sociali”.

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