Comune di Terni: Confindustria Umbria critica piano pluriennale di rientro

Il presidente di Confindustria Umbria, sezione di Terni, Gianmarco Urbani, ha commentato il Piano di riequilibrio finanziario del Comune, le cui modifiche saranno esaminate dalla Terza Commissione Consiliare.

“La manovra che viene proposta non tiene in sufficiente considerazione la gravità degli effetti che colpiranno il sistema economico e sociale della nostra città” si legge nella lettera inviata al Sindaco, all’assessore al Bilancio del Comune di Terni e al presidente della Terza Commissione Consiliare.

Scrive Urbani: “Pur comprendendo bene la situazione e preoccupati per il paventato dissesto, non possiamo esimerci dall’osservare che per affrontare la grave situazione sia stata scelta la via più breve: l’aumento delle aliquote, con misure che appaiono squilibrate e destinate a colpire principalmente le categorie produttive, le uniche in grado, peraltro, di contribuire al rilancio dell’economia di Terni”.

Il Comune ha messo a disposizione il documento di sintesi, Confindustria Umbria di Terni spera che i contenuti della manovra possono venire modificati, rendendosi nel contempo disponibile a un nuovo incontro per mitigare le misure previste. “Contemporaneamente, riteniamo indispensabili azioni di rilancio e sostegno a favore degli operatori economici di tutte le categorie che possano in concreto mitigare gli impatti negativi che tale piano comporterà senz’altro per le imprese. Ci aspettiamo politiche che possano aiutare le imprese a consolidarsi e a espandersi e che possano attrarre nuovi investimenti per assicurare maggior sviluppo e occupazione al territorio”.

La sezione ternana di Confindustria è preoccupata di come, relativamente alle utente domestiche, l’incidenza maggiore di Imu e Tasi si realizzerà nei confronti dei proprietari di seconde case (terze e oltre) che hanno affittato le proprie abitazioni e canone concordato o concessi in uso gratuito a parenti, mentre per le utenze non domestiche gli aumenti incideranno soprattutto sui proprietari di aree edificabili, sui proprietari degli immobili di categoria D (adibiti alla produzione) e sulle altre attività (negozi e laboratori artigianali). “A Confindustria risulta che oltre il 60% delle maggiori entrate saranno a carico delle utenze ricomprese nelle attività produttive e sulle aree fabbricabili”.

Urbani continua: “Così, si scoraggia l’investimento immobiliare colpendo il settore edilizio, già in profonda crisi. Nonostante ciò, si continua a tassare in modo esorbitante questo comparto produttivo. Possedere un’area fabbricabile a destinazione industriale o residenziale-direzionale di ogni altro tipo rappresenta sempre più un fardello per i possessori che scoraggia ogni investimento possibile. Gli operatori economici proprietari di immobili adibiti alla produzione subiranno poi un vero e proprio salasso a livello di tassazione impositiva che rischia seriamente di compromettere la flebile ripresa”.

Si vanno dunque a eliminare i benefici effetti dell’inserimento di Terni e provincia nell’area di crisi complessa. “La sezione di Terni di Confindustria Umbria rimarca quindi la propria contrarietà a una manovra di tale portata che, se non corretta, rischia seriamente di rappresentare un ulteriore problema per la tenuta delle imprese”.

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