Partite Iva: Umbria, peggior risultato del Centro tra 2015 e 2016

Soldi

Le partite Iva attive, in Umbria, sono diventate 71.069 nel 2015, ma erano 74.383 nel 2009. In sette anni, dunque, c’è stato un calo del 4,5% (-3.314). Un calo leggermente superiore che nel resto d’Italia (-4%, da 4,683 a 4,497 milioni di Partite Iva). Gran parte della flessione è arrivata nell’ultimo anno preso in esame dal ministero delle Finanze: tra le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2016 e nel 2015, in Umbria abbiamo avuto un calo del 3,5%, nel resto d’Italia del 3,2%.

In merito, Giuseppe Castellini – direttore del settore datajournalism di Mediacom043 – precisa: “La percezione della ripresa c’è, ma attenzione che deriva, più che dall’aumento del fatturato complessivo, dalla crescita del fatturato medio. Crescita, quest’ultima, che deriva dal fatto che un aumento moderato del fatturato di spalma su una platea minore, perché il numero delle Partite Iva si è notevolmente ridotto, soprattutto tra il 2015 e il 2014. Il fatturato medio è aumentato del 4,5% in un anno sia in Umbria sia in Italia e, questo, alle Partite Iva rimaste attive, è ben percepibile, anche se alla fine del 2015 c’è ancora da colmare, rispetto ai livelli pre crisi del 2008, una perdita di fatturato medio dell’8,2% in Italia e di ben il 19,8% in Umbria”.

Ancora Castellini: “Il divario dell’Umbria con il Centro-Nord, già ampio prima della crisi perché in aumento dal 2000, è aumentato in modo drastico. Basti pensare che oggi il fatturato medio di un’impresa o di un professionista è diventato appena il 32,2% di quello esistente nel Lazio, mentre nelle dichiarazioni presentate al fisco nel 2009 era il 40,4%. Il confronto con la Lombardia, nello stesso periodo, vede scendere il fatturato medio di imprese e professionisti umbri dal 43,2 al 38,2%. Livelli che fanno apparire l’Umbria gracilissima, mettendo una seria ipoteca sul suo benessere futuro”.

Allargando lo sguardo al resto d’Italia, Mediacom043 analizza anche alcune curiosità. Confrontando le dichiarazioni presentate nel 2009 e nel 2016, emerge che solo una regione italiana ha visto aumentare, in termini reali, il fatturato di imprese e professionisti: è la Basilicata, con il +7,7%. Flessioni contenute in Trentino Alto Adige e Lazio. Peggio dell’Umbria (-23,4%), solo Molise (-36%), Calabria (-28,4%), Friuli Venezia Giulia (-27,1%) e Sardegna (-23,5%).

Nell’ultimo anno, è ancora la Basilicata a guidare la ripresa dei fatturati di imprese e professionisti (+43%); poi Piemonte (+6,4%), Campania (+5,3%), Puglia (+3,5%) e Calabria (+3,1%). L’Umbria si ferma a +0,6%. Peggio la Toscana (+0,5%). Infine, sul fatturato medio tra 2015 e 2016, è ancora la Basilicata a primeggiare (+9,1%), poi Trentino Alto Adige (+0,4%). Lazio con perdite limitate (-0,1%) e Lazio (-3,3%). L’Umbria è a -19,8%, peggior risultato del Centro. Al di sotto della regione ci sono Molise (-35,1%), Calabria (-26,3%), Friuli Venezia Giulia (-21,85%).

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