“La ricostruzione è molto impegnativa per la vastità dei danni arrecati, l’estensione territoriale coinvolta, le tipologie urbanistiche interessate. Abbiamo il compito e la necessità di unire i nostri sforzi, mondo scientifico, tecnico e politico, per riportare la vita in questi luoghi senza alterare l’anima delle comunità devastate dal sisma”. Lo ha affermato la vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, nei saluti rivolti ai partecipanti del convegno “30 ottobre 2016, magnitudo 6.5: il punto dei geologi a un anno dal sisma”. Presenti, tra gli altri, i presidenti del Consiglio nazionale dei geologi, Francesco Peduto, dell’Ordine geologi delle Marche Piero Farabollini ed esperti. L’incontro è stato anche l’occasione per un confronto con sindaci, amministratori e geologi delle altre regioni terremotate, focalizzando l’attenzione sugli interventi necessari per tornare alla normalità. Una questione sollevata è quella della micronizzazione del territorio, che vede già le Marche collocarsi in una posizione all’avanguardia nel panorama nazionale. L’area colpita dal terremoto ha una connotazione geomorfologica fragile, è stato sottolineato, con conseguenti difficoltà nella fase di ricostruzione anche per la vastità del cratere interessato. “Il patrimonio edilizio coinvolto è peculiare, tipico dell’area appenninica, realizzato nel corso dei secoli, con un’identità che va preservata e valorizzata, per cui è necessaria una riflessione attenta sulla tipologia degli interventi da approntare. Un piano complesso che richiede la collaborazione e le competenze di tutti gli ordini professionali”, ha evidenziato la vicepresidente.
I geologi marchigiani a convegno per fare il punto sul sisma
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