Seminario Symbola a Treia, Giuseppe Tripoli, Unioncamere: “L’Italia conosce l’I.T.A.L.I.A.?”

Giuseppe Tripoli

Giuseppe Tripoli

Presentato a Treia, in occasione del Seminario Estivo di Symbola, il Rapporto 2017 “I.T.A.L.I.A.” Geografie del nuovo Made in Italy”, studio della Fondazione guidata da Ermete Realacci in collaborazione con Unioncamere e Fondazione Edison.

Ad illustrare i punti salienti del rapporto, il Segretario di Unioncamere Giuseppe Tripoli che ha svelato cosa si nasconde dietro all’acronimo che ha dato il titolo alla ricerca: I come industria, T come turismo, A come agroalimentare, L come Localismo, I come Innovazione, e infine A come Arte e Cultura.

“L’Italia è un Paese che pensa di conoscersi bene, ma in realtà si apprezza poco. Siamo un Paese che non ha rivali dal punto di vista dell’immenso patrimonio culturale e architettonico, il cinema, nella competenza tecnica e creatività della moda, nell’enogastronomia. Ma a questo apprezzamento nel mondo non corrisponde un uguale apprezzamento a casa nostra”.

La ricerca ha rilevato come tra i ceti elevati stranieri e italiani i settori che rappresentano l’eccellenza della produzione italiana sono i settori moda, turistico e vitivinicolo. Addirittura alla domanda se si potesse scegliere un Paese dove andare in vacanza, in testa risulta il Belpaese sovrastando gli USA, l’Australia e la Francia.

Meno attrattiva l’Italia da altri punti di vista: in pochi manderebbero i propri figli a studiare nelle nostre Università (siamo al centro di una classifica dove dominano Gran Bretagna, Canada e USA), ancora meno le aziende che vorrebbero investire nella nostra Penisola (dietro di noi solo Russia, Brasile e Turchia).

Dalle premesse ai dettagli sull’acronimo I.T.A.L.I.A.

I come industria: “Siamo un Paese – ha detto Tripoli – che ha superato la crisi e molte imprese l’hanno superata affrontandola come una opportunità, puntando soprattutto sull’internazionalizzazione”.

Su 844 prodotti siamo tra i primi tre produttori mondiali e che vantano un surplus commerciale attivo (anno 2015): parliamo di prodotti moda, barche, packaging, farmaci, occhiali da sole, rubinetteria, vini, trattori, mobili, piastrelle, caffè e così via.

“L’Italia batte la Germania in più di 1200 prodotti manufatti per surplus commerciale con l’estero, un elemento spesso sottovalutato, come anche il fatto che le aziende che investono nel green sono risultate più competitive nel mondo rispetto a quelle che non lo fanno”.

T come turismo: “Noi competiamo con le Regioni rispetto ad interi Paesi: Veneto, Trentino, Venezia, Toscana e Lombardia sono subito dopo la Francia, l’Austria, la Germania, un aspetto straordinario se pensiamo alle differenze in termini di servizi e dimensione”.

Per questo riguarda la A come Agroalimentare: “Sul podio – ha detto Tripoli – siamo con 63 prodotti per quote di mercato”, mentre per la L di Localismo ci posizioniamo ai vertici in Europa per numero di addetti nel Terzo Settore e soprattutto nel volontariato.

Per la I di Innovazione l’Italia è al secondo posto dietro alla Germania come presenza di imprese innovatrici, davanti al Regno Unito e Francia.

Su A di Arte e Cultura, infine, le nostre filiere creative sono in testa come patrimonio e che vantano un valore prodotto di oltre di 230 miliardi di euro.

Insomma, un quadro dell’Italia di un grande Paese, anzi, come ha sottolineato Tripoli, “un grande bouquet di fiori che compriamo per conquistare una bella donna. Ma oggi da bouquet l’Italia deve diventare un giardino contenente molte nuove realtà sfruttando al meglio le potenzialità su export, turismo, digitale e competenze high skill”.

nella foto: giuseppe Tripoli

credit foto: Francesco Mentonelli – Halleymedia, per Symbola

Exit mobile version