Via al trattato Ceta con il Canada da parte del Parlamento Europeo.

Da Bruxelles l’attesa paletta verde: il Ceta, il trattato di integrazione economica tra Canada e Unione Europea, inizierà a funzionare. Le preoccupazioni, soprattutto degli agricoltori e delle regioni italiane, che scontano le grandi eccellenze in fatto di alimentazione, sono state superate nell’aula parlamentare: il Ceta entrerà in vigore ad aprile. E’ in definitiva un tassello alla globalizzazione, un trattato di interscambio commerciale che mette da parte il protezionismo che si stava avanzando in tante parti del mondo: il trattato è l’equivalente del Ttip, quello che doveva funzionare con gli Usa, che il neo presidente Donald Trump ma anche gran parte dell’Europa, aveva accantonato. Il fatto che si sia approvato quello col Canada è dato dalla dimensione molto più piccola dell’economia canadese e anche perchè la nazione americana è solo il ventesimo partner commerciale dell’Unione. Insomma molti meno pericoli di essere fagocitati dal colosso statunitense.
Il ministro dell’Industria e dello Sviluppo Economico, Carlo Calendaha ha espresso la propria soddisfazione affermando che “I vantaggi per il nostro Paese saranno numerosi e importanti: accesso al mercato agroalimentare per i prodotti sensibili (ad iniziare dai formaggi che godranno di una quota aggiuntiva); eliminazione dei dazi ad valorem sui prodotti a base di zuccheri o cacao, pasta e biscotti, frutta e verdura; eliminazione tariffaria e rimozione di altre importanti barriere tariffarie per vini e liquori; più in generale, abbattimento di dazi su beni di rilievo per il nostro export come macchinari industriali (fino al 9,5%), mobili (fino al 9,5%), calzature (fino al 20%); riconoscimento (sebbene con alcune differenze di trattamento) per 41 IIGG italiane (su un totale di 171 europee), un risultato straordinario se si considera la differenza di approccio al tema delle IIGG e dei marchi registrati da cui era partito il negoziato; Regole di Origine basate sugli standard europei che favoriranno le nostre esportazioni; accesso all’80% del mercato degli appalti pubblici nei settori energia e utilities, l’accesso più ampio mai concesso dal Canada ad un paese terzo ed altro ancora. ,
Gli agricoltori della Coldiretti sono stati molto più cauti in quanto il problema della “duplicazione” dei prodotti di eccellenza italiani, su tutti il parmesan, in terra canadese potrebbe anche continuare senza che gli sia messo alcun vincolo e senza che al momento funzioni alcuna garanzia di unicità.

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