E sono quindici ormai i compleanni dell’euro: il primo gennaio 2002 entrò in vigore la nuova moneta, per sei mesi in parallelo con la vecchia lira. Un compleanno controverso, che fa discutere sulla bontà o meno di essersi introdotti come “Sistema Italia” in un corridoio stretto, strettissimo. Insomma i pareri sono davvero controversi non per il Codacons, però: l’associazione dei consumatori, intanto, ha calcolato, uno per uno i prezzi dei prodotti di più largo consumo ed il costo delle utilities in questi tre lustri. I rincari medi, secondo il Codacons, sono stati del 60% con punte sino al 200 percento. Quali sono queste eccezioni? Una penna a sfera più 207 per cento, un tramezzino del 200 per cento. Un gelato costa il 159% in più che quindici anni fa. La pizza? Il doppio. Il prodotto che è aumentato di meno sono i crackers con una maggiorazione del 50%. Poi il Codacons fa una serie di somme per cui per una famiglia media la maggiore spesa è stata di quasi quindicimila euro all’anno. Carlo Rienzi, il presidente del Codacons ha ricordato in un recente comunicato che all’epoca, il Codacos per primo si era dichiarato contro la nuova moneta, preoccupato per l’escalation dei prezzi nel regime di libertà selvaggia. Rimangono insomma una serie di interrogativi non tutti condivisibili, come quello secondo il quale nel regime della moneta unica, l’Italia ha subito delle penalizzazioni, con uno sviluppo infinitesimale del proprio prodotto interno lordo, come dire della ricchezza, al contrario della Spagna (+22%) o della Francia (+18%). Numeri che però indicano come con una politica attenta allo sviluppo, con le riforme strutturali necessarie, anche l’euro sarebbe stato una vera possibilità di crescita. Ora invece l’Italia si trova in mano una penna che costa quattro volte di più.
Tre lustri dell’Euro: i pro e i contro
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