Vivere bene e a lungo, la ricetta del Prof. Valerio Sanguigni, il cardiologo del Powellnux

Valerio Sanguigni, cardiologo
Vivere a lungo è importante, è quello a cui tutti ambiscono. Ma la differenza, spesso, non la fa quanti anni si riesce a vivere, ma come. Per farlo, o almeno per provarci, c’è un solo modo: investire sulla propria salute. E’ questa la filosofia del Prof. Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di Medicina interna all’Università di Roma Tor Vergata. «Le malattie cardiovascolari, soprattutto infarto del miocardio e ictus cerebrale, sono la prima causa di morte nel mondo, circa il 40%» spiega Sanguigni. Numeri che non hanno bisogno di alcuna interpretazione, e che mettono in evidenza come uno stile di vita sano sin da giovani possa favorire una vecchiaia più lunga.

La ricerca della longevità pone delle domande fondamentali in campo medico: la prima cosa da fare è cercare di capire perché in certe popolazioni è così frequente trovare persone molto anziane in buona salute. Gli abitanti di Vicabamba (Ecuador), Hunza (Kashmir), Tibet, Abcasi (Caucaso), Giappone (Okinawa) e altre zone del mondo sono famosi per la grande percentuale di ultracentenari senza malattie. Diversi studi hanno dimostrato che le ragioni di questa longevità sono legate alle abitudini di vita, sopratutto alimentari. Le persone in quei posti consumano grandi quantità di frutta e verdura, che contengono polifenoli e antiossidanti, capaci di ridurre i danni dei radicali liberi dell’ossigeno, di far arrivare più ossigeno agli organi del corpo e quindi di rallentare l’invecchiamento. Proprio per queste proprietà, si è visto che chi mangia frutta e verdura almeno 5 o 6 volte al giorno, e pratica attività fisica regolare, riduce del 30% la possibilità di malattie cardiovascolari.

Il Prof. Sanguigni, sulla scorta di queste osservazioni, ha cercato di far adottare ai suoi pazienti uno stile di vita in grado di prevenire le malattie. «Se un dottore prescrive una terapia senza intervenire sullo stile di vita, spesso non ottiene i risultati sperati» rivela. Tanti anni a contatto con i pazienti nel suo studio di Roma gli hanno insegnato l’importanza di instaurare un rapporto di fiducia ed empatia perché, spiega, «ogni prescrizione terapeutica è come un vestito, va fatto su misura. Troppo spesso, invece, si dà la stessa cura a pazienti che hanno patologie molto diverse tra loro».

Proprio per questo motivo Valerio Sanguigni dedica gran parte della sua giornata ad ascoltare e cercare di capire le persone che si trova davanti, le loro abitudini, il loro stile di vita. Il suo obiettivo è di creare un rapporto di confidenza con i pazienti, tale da permettere loro di aprirsi e di discutere dei propri problemi senza remore, mettendosi sullo stesso piano.

Ma se osservazione e ascolto sono fondamentali per un buon dottore, c’è un altro aspetto che va coltivato e che deve andare di pari passo: lo studio. La medicina evolve in maniera molto rapida, quindi occorre tenersi sempre aggiornati sulle novità e le scoperte che avvengono nel mondo. «Il contatto con i pazienti e l’aggiornamento professionale rappresentano i due aspetti fondamentali del lavoro di qualunque medico. E’ una associazione basilare, bisogna saper tenere insieme questi due elementi».

Esperienza e conoscenza dei pazienti significa anche saper analizzare i dati offerti dalle più innovative strumentazioni tecniche per capire se muoversi in una direzione o in un’altra. La tecnologia offre oggi un gran numero di dati, un patrimonio inestimabile che deve però essere valorizzato: «Spesso c’è un eccessivo tecnicismo diagnostico, si rimandano i pazienti da un esame all’altro, a volte inutilmente. La bravura del medico – spiega Sanguigni – sta nell’analisi e nell’interpretazione dei dati che le macchine gli forniscono. E’ questo il valore aggiunto che deve essere in grado di dare».

Laurea in Medicina all’Università La Sapienza di Roma con una tesi sulla valutazione ecocardiografica degli atleti professionisti, specializzazione in Cardiologia, docente alla facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata, autore di numerose pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali: il curriculum parla da solo, ma l’attività di Valerio Sanguigni non si ferma all’ambito medico e accademico. Proprio grazie alla sua grande conoscenza delle malattie cardiovascolari e alla consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione nella prevenzione cardiovascolare, ha pensato di creare una miscela alimentare che contenesse quegli elementi ricchi di polifenoli ed antiossidanti che rallentano l’invecchiamento. Dopo anni di studio, grazie alla collaborazione con un chimico, ha brevettato “Powellnux”, una crema composta da un mix di cacao scuro, nocciole, miele e té verde. «L’obiettivo – racconta – era quello di mettere a punto qualcosa che facesse bene e che, allo stesso tempo, fosse anche buono».

Risultato ampiamente raggiunto sia in un senso che nell’altro. L’analisi dei dati provenienti da uno studio appena pubblicato ha mostrato come l’assunzione della miscela da parte di un campione di soggetti sani determini un aumento della performance fisica del 25%, grazie all’effetto antiossidante e di vasodilatazione delle arterie. Dato ancora più interessante, proveniente da alcuni studi in corso, è quello che i riguarda i pazienti affetti da ipertensione arteriosa, che dopo aver iniziato a consumare “Powellnux” hanno ridotto sensibilmente il dosaggio dei farmaci ipertensivi.

Il prodotto dovrebbe essere presto disponibile sul mercato anche sotto forma di gelato e di barretta. Sanguigni è molto soddisfatto del risultato: «Sono convinto che molti capiranno l’importanza di questo prodotto sia nel mantenimento di una buona forma fisica sia nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Dopotutto, come amo spesso ripetere, si tratta del primo “farmaco alimentare naturale”».

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