La forza lavoro specializzata che manca in Italia

Può sembrare un paradosso, ma è una realtà ormai certificata dai numeri. Ogni dieci posti di lavoro in Italia, ce n’è almeno uno per cui è difficile trovare la relativa risorsa competente.

Uno squilibrio dunque tra domanda e offerta di lavoro, o meglio una mancanza di simmetria tra alcuni profili ricercati dalle aziende e la preparazione dei giovani laureati.

Nel 2015 le assunzioni delle aziende in Italia, come riporta un articolo della “Stampa”, ammontavano nelle previsioni a circa 722.000. Di queste almeno il 10% sono risultate “difficili”, e il tempo necessario per individuare la risorsa giusta è stato superiore ai 3 mesi. In buona sostanza vuol dire che mancavano le competenze necessarie a ricoprire quel determinato ruolo.

Il ministero del Lavoro da tempo sollecita un orientamento dei giovani verso percorsi di studio più vicini alle attuali esigenze del mercato. Tra le professioni più richieste figurano: analisti informatici, sviluppatori di app e software, progettisti di macchinari industriali, consulenti finanziari. Tutte professioni che possono essere svolte a fronte di una laurea ben specifica, che i giovani italiani evidentemente stentano a seguire.

Visto che molte di queste professioni riguardano il digitale o comunque l’innovazione tecnologica, il rischio più grande che corre il paese è che alcuni lavori andranno presto in pensione, creando un gap ancora più grande tra domanda e offerta. Tutto ciò in un paese dove la disoccupazione rimane alta, all’11,7%.

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